TRONDHEIM, Fiordi, cattedrali e calcio
Nella foto di Claudio Giovannini (Fonte www.acffiorentina.it) possiamo vedere un panorama della città con due delle sue peculiarità, il fiume Nidelva e la Cattedrale di Trondheim. E' la chiesa più famosa della Norvegia, e ogni anno attrae migliaia di visitatori, con il suo stile romanico-gotico. I pellegrini hanno fatto di Trondheim tappa importante per il loro cammino.La città è situata sulla sponda del fiordo di Trondheim (Trondheimsfjorden) ed è attraversata dal fiume Nidelva (in norvegese significa il fiume Nid) che in corrispondenza della città sfocia nel fiordo. In corrispondenza del solstizio d'estate il sole sorge alle 03:00 e tramonta alle 23:40 (legali), le ore notturne sono caratterizzate da una luce crepuscolare. Al solstizio d'inverno invece il sole sorge alle 10:00, rimane molto basso sull'orizzonte e tramonta alle 14:30. Il clima è marittimo ma la città è abbastanza riparata dai forti venti che battono la costa. La città fu fondata nell'anno 997 dal re vichingo Olav Tryggvason con il nome di Kaupangen, che però diventò presto Nidaros. Fu così capitale norvegese sino al 1217. La città subì numerosi incendi nel corso dei secoli, il più distruttivo dei quali nel 1681 la rase al suolo. Venne ricostruita con ampi viali per far sì che i successivi incendi non si propagassero facilmente. Simbolo della città è la Cattedrale di Nidaros, costruita nel 1070 e meta di pellegrinaggi durante il medioevo. La cattedrale fu opera di molte ristrutturazioni, la più importante nel 1869, che le diedero uno stile gotico-romanico. Durante il medioevo e dal 1814 (quando la Norvegia ebbe la sua prima costituzione autonoma) in poi la cattedrale è stata la sede delle incoronazioni dei re di Norvegia. Anticamente, il «Trondheim» era inteso essere l'area attorno al fiordo dell'attuale città di Trondheim. La città ha assunto diversi nomi prima dell'attuale.
Il primo nome della città fu Kaupangen («Il mercato»), datole dal suo fondatore, Olav Tryggvason. Olav, al suo arrivo nella zona, aveva tagliato la testa di alcuni suoi rivali, Håkon conte di Lade, suo figlio Erlend e il servo di Håkon Kark, che aveva tradito Håkon e cercato di ingraziarsi Olav allo stesso modo di re Tolomeo XIII con Cesare, cioè portandogli la testa di Håkon; Olav reagì come Cesare, facendo tagliare la testa a Kark. Le tre teste furono quindi impalate sull'isoletta di fronte all'odierna Trondheim, e tutti coloro che entravano nel fiordo per nave dovevano, per rispetto al nuovo re Olav, fermarsi a insultare e maledire ad alta voce le teste dei suoi nemici: da qui il primo nome dell'isolotto, Nidarholm, cioè «isoletta delle maledizioni». Da Nidarholm il nome passò al fiume, la Nidelva («il fiume delle maledizioni») e alla città, Nidaros («foce degli maledizioni»), che lo mantenne per lungo tempo. La parola Nid non è più di uso comune in norvegese, ma compare ancora nelle traduzioni norvegesi delle saghe norrene. Nel tardo medioevo il nome divenne Trondhjem, secondo l'ortografia danese a causa della dominazione della Danimarca. Dopo l'indipendenza dalla Svezia ottenuta nel 1905, il governo centrale decise di cambiare alcuni nomi «coloniali» in alcuni «nazionalromantici», per esempio la capitale Christiania (da Christian, nome tipico dei re di Danimarca) riprese il nome di Oslo. Lo stesso fu proposto per Trondhjem, che sarebbe tornata ad essere Nidaros. Però, nel 1928, con un referendum la popolazione rifiutò la proposta di riutilizzare il nome medievale. Nonostante ciò, nel gennaio 1930 la città prese il nome di Nidaros. Ci furono grandi proteste, addirittura con sommosse di strada, e dopo qualche mese il parlamento norvegese decise di stabilire finalmente il nome Trondheim, con una grafia un po' «norvegesizzata» in grado di accontentare radicali e conservatori linguistici. Durante la seconda guerra mondiale, la città prese brevemente il nome germanizzato «Drontheim»; in virtù della «D» iniziale, la base dei sottomarini costruita dai nazisti (particolarmente attiva nell'intercettazione dei convogli indirizzati al porto sovietico di Arcangelo) venne battezzata «Dora». Non di rado gli abitanti si riferiscono alla loro città chiamandola Trondhjæm (approssimativamente pronunciato trun'jem) nel loro dialetto.