THEREAU, BATTIAMO UNA BIG. PIOLI MI STRAPPÒ ALLA SAMP
L'attaccante francese Cyril Thereau ha concesso una lunga intervista a proposito dei temi più vicini legati alla sua situazione e a quella della Fiorentina:
"Stiamo lavorando bene con il mister, la società ed i compagni: sono tanti giocatori che non conoscono il calcio italiano in questa società. Avessimo qualche punto in più sarebbe più giusto: ci manca poco per essere felici e speriamo di prendere questi punti domenica. Con l'Inter sicuramente potevamo fare di più, specie nel primo tempo. Però io ho avuto un'occasione netta ed anche Fede Chiesa due o tre. Abbiamo rischiato poco ed è stato un rammarico. Non abbiamo ancora vinto contro una squadra delle prime cinque-sei ed è questa la cosa che vogliamo regalare alla tifoseria nel girone di ritorno. Veretout ed Eysseric? Jordan non lo conoscevo direttamente, l'avevo solo sentito nominare a Marsiglia. Mi ha impressionato sin dal primo giorno. Ha tutto, è aggressivo, ha i piedi buoni e per questo piace alla gente. Si è ambientato subito nel calcio italiano, che è difficile. Parlando di Eysseric dico che io dopo sei mesi dissi al mio agente di mandarmi da un'altra parte. Pensare che il mister era proprio Pioli... Non parla ancora la lingua e non è facile. L'importante è non pensare di non farcela. Lui è bravo, l'unica cosa che può penalizzarlo è pensare che non sia il calcio per lui. Sta iniziando a far vedere regolarmente ciò che mostrava a Nizza. Averlo in forma sarebbe un grande aiuto per noi. Poca precisione davanti? Il dato è oggettivo. Il mister ci ha fatto vedere che siamo la seconda squadra a calciare di più in campionato. Dico sempre che per un attaccante l'importante è creare e tirare in porta. Serve meno fretta e più precisione. Il mister ci ha detto di migliorare su questo. Nel girone di ritorno questa cosa potrebbe portarci più punti. Il mister riesce a farci giocare alti e questo permette di creare occasioni. Forse dobbiamo essere più convinti in allenamento. Gioco aereo? È una cosa che ho sempre sviluppato, non ci ho mai lavorato. Davanti alla porta però segno troppo poco di testa: in sette anni di A ne avrò fatti pochissimi, solo due o tre... Baba è più un centravanti che riesce a fare questo, mentre Simeone è più di corsa. In area Giovanni è devastante, sa prendere bene il tempo e poche volte sbaglia: è quasi sempre gol. Contratto triennale? Ero d'accordo con Sampdoria e Atalanta. Era quasi fatta con la Samp, poi mi ha chiamato il mister, spiegandomi il progetto. Quando mi ha chiamato ho bloccato tutto e spinto per venire qui. Mi hanno semplicemente fatto lo stesso contratto delle altre due. Avevo sempre avuto il rammarico di non essere venuto qui: mi piaceva la maglia e il campo, sempre bello con i tifosi caldi. L'ambiente mi piaceva e quando ho avuto questa possibilità l'ho preso. Parlavo con Pradè prima di andare da loro e mi diceva che finalmente era riuscito a prendermi. In realtà poi non ce l'ha fatta neanche stavolta. Rigore di Babacar a Benevento? Mi è già successo in passato e la reazione è semplice. Ho preso la palla perché era previsto che calciassi io. Per me non era in discussione. Capisco che Baba avesse voglia di calciarlo ma questo sport è fatto in una certa maniera. Ho pensato a cosa sarebbe potuto succedere se avesse sbagliato e cosa mi avrebbe poi detto il mister. Tifo? Io sono del Marsiglia, Veretout del Nantes. Eysseric invece è di Marsiglia ma non tifa OM, bensì Nizza, dove ha giocato. Strano perché chi nasce lì è tifosissimo del Marsiglia. Tatuaggi? Il primo di solito si fa in un punto dove si vede meno. Ho iniziato anche tardi, a 22 anni quando ero alla Steaua Bucarest. Per me è una questione estetica: mi piace vederli su di me e sulla gente. NBA? Comincio a guardarlo dai playoff. Lì iniziano ad essere partite davvero belle da vedere. Alcune le guardo, le finali sono quando siamo quasi in vacanza. La prima volta lo vidi nel 2006, quando andai a Miami. Per me è lo sport più bello da vedere nello stadio, dal vivo. Seguo LeBron James in qualsiasi squadra andrà. L'ho visto giocare ed è una cosa fuori dal normale. Delneri? Si capisce cosa dice. Fa anche ridere. Perica lo imitava e faceva morire dal ridere. Ogni tanto gli partiva la cosa che per tre-quattro secondi non si capiva più niente. Una volta in un'intervista dissi che non avevo capito cosa mi avesse detto ma solo perché era lontano. Lui è friulano e ha tanto dialetto, con noi provava a non usarlo ma gli scappava. Europa? Per noi è un bell'obiettivo: siamo lì. La gara di domenica non sarà definitiva ma ci farà capire cosa possiamo fare. Con tutte le volte che ho avuto la possibilità di provare a giocare questa coppa sarebbe per me un bel regalo. Ruolo preferito? Non saprei rispondere neanche io. Qualche anno fa dissi dietro le punte ma negli ultimi anni ho giocato largo a sinistra. Inizia a piacermi tanto: diciamo tra seconda punta ed esterno mancino. Ho giocato anche punta ma questo dipende tanto da ciò che vuole l'allenatore. Con Corini al Chievo feci la punta nel 4-3-3 ma in modo totalmente diverso a Baba e Simeone. Ho avuto un piccolo calo fisico dopo l'infortunio. Le ultime partite l'ho sentito. La squadra è davanti a tutto: quando il mister giudicherà che con me in panchina la Fiorentina andrà meglio, sarà giusto farlo".