TFN, Sanziona Agnelli: "Cercò di nascondere i debiti"
Il Tribunale Federale Nazionale ha pubblicato le motivazioni della sentenza nei confronti dell’ex presidente della Juventus Andrea Agnelli, sanzionato con un’inibizione di 16 mesi e 60mila euro di multa. Il TFN spiega perché Agnelli sia stato ritenuto fondamentale nell’ambito delle cosiddette “manovre stipendi”, il deferimento di alcune mensilità per i calciatori ai tempi dell’emergenza Covid.
Come si legge nel dispositivo, «quanto alla manovra stipendi 2019-2020, […] costituisce dato di fatto oggettivo che la stessa abbia avuto quale effetto immediato e concreto di evitare l’appostazione in bilancio di costi e/o debiti per circa 90 milioni di euro, onde non può dubitarsi della contrarietà di siffatto modus operandi al principio contabile di competenza economica e, conseguentemente, anche della violazione del principio di par condicio con le altre società consorelle della Lega Nazionale Professionisti Serie A in punto di equilibrio economico finanziario».
Secondo il Tribunale è chiaro fin da subito «a tutte le parti coinvolte nella vicenda, i tesserati prima di ogni altro, che la disponibilità all’apparente riduzione delle mensilità sarebbe stata compensata dal contestuale, se pure apparentemente differito, impegno della società a riconoscere loro tre delle quattro mensilità. Depone, in tal senso, il documento del 28.3.2020 congiuntamente sottoscritto dal dott. Andrea Agnelli e dal tesserato Chiellini con cui le parti concordavano che “[…] la prima squadra si riduce la propria retribuzione annuale della stagione sportiva 2019/2020 di un importo corrispondente ai ratei mensili di marzo, aprile, maggio e giugno 2020” con l’espressa previsione, non subordinata ad alcuna condizione di sorta, che “nelle prossime settimane, società e calciatori perfezioneranno la formalizzazione dei singoli accordi contrattuali, come previsto dalle normative vigenti e in base all’accordo raggiunto, in cui tre dei quattro ratei saranno ridistribuiti sui contratti in essere, a partire dalla stagione 2020/2021.”».
Secondo il TFN questi accordi avrebbero dovuto comportare «l’obbligo, già in sede di redazione del bilancio al 30 giugno 2020, di annotare tale voce di debito. Per quanto visto, però, tanto non è avvenuto, in quanto scopo della fittizia operazione, al momento della sua ideazione e realizzazione, era quello di rappresentare all’esterno una situazione economico-patrimoniale diversa da quella reale e, in particolare, con una minore esposizione debitoria». Dunque, «le risultanze istruttorie consentono di affermare con ragionevole certezza l’apporto causale del dott. Andrea Agnelli nella cd. manovra stipendi 2019/2020».
Considerazioni valgono anche in relazione alla manovra stipendi 2020/2021. Anche in questo caso, infatti, «deve evidenziarsi quanto all’apporto causale del dott. Andrea Agnelli, come peraltro esposto in apertura di udienza dal Procuratore Federale, la piena consapevolezza dello stesso in ordine alla situazione economico-finanziaria della società. […] È di tutta evidenza come l’effettiva situazione economico-finanziaria sia ben nota al Presidente del C.d.A., costantemente informato e aggiornato sullo stato dell’arte. Ed è altresì evidente l’identità di scopo e di modalità, con le opportune variazioni del caso, con la manovra stipendi dell’anno precedente».
«Anche per la seconda manovra, pertanto, in disparte chi sia stato il suo ideatore, non può non affermarsi che, senza il consenso e l’adesione del Presidente del sodalizio, non sarebbe stato possibile raggiungere alcuna intesa con i calciatori, circostanza di per sé idonea a rendere prive di pregio le osservazioni della difesa in ordine alla provvisorietà dei file sequestrati presso lo studio del legale esterno, nonché in ordine al tecnicismo sotteso ai contratti di novazione e di rinuncia asseritamente ignorato dal Presidente Agnelli, personalità di spicco e di indubbia competenza nel mondo sportivo ed imprenditoriale», conclude il Tribunale Federale Nazionale.