SQUALIFCA A GILA, Una vergognosa offesa al calcio

Proponiamo l'ultimo articolo di Oliviero Beha, il quale si dice disgustato dalla giustizia sportiva.
29.10.2008 10:08 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: olivierobeha.it
SQUALIFCA A GILA, Una vergognosa offesa al calcio
FirenzeViola.it

La sentenza del Giudice Sportivo nei confronti di Gilardino offende una serie di destinatari: Gilardino stesso, il club viola, la regolarità del campionato, il Palermo, i tifosi di Fiorentina, Palermo e del calcio in generale. Ma offende soprattutto la logica. Offende Gilardino, perché lo tratta da malfattore, da sleale in termini sportivi. Avrebbe combinato tutto con dolo, cioè caduta, avambraccio, esultanza (aggiungo io) per completare la credibilità del misfatto. Offende il suo club perché implicitamente sta dicendo che la dirigenza viola non biasimandolo pubblicamente è in qualche modo correa. Offende la regolarità del campionato perché togliendogli la possibilità di giocare contro i primi in classifica favorisce questi ultimi, ai danni della Fiorentina e degli altri competitors. Offende il Palermo, perché lo riduce a piagnucoloso avversario che si lamenta con la maestra, mentre invece è una signora squadra che può prendere gol in questo modo come chiunque da che mondo è mondo e commettere falli da rigore senza che vengano segnalati. Non solo: la squalifica non rende nulla al Palermo, ammesso che dovesse essere risarcito. Offende i tifosi tutti perché li tratta da popolo bue (come qualcuno sostiene che siano... ma questo è tutt'altro discorso): la sentenza di squalifica, accompagnata per paradosso al contrario dalle dichiarazioni di "assoluzione" per Gilardino di avversari, addetti ai lavori e del presidente degli arbitri, Gussoni, sta infatti ratificando loro che il calcio è un settore che odora di bucato, un mondo pulito ma severissimo dove se becchi un lazzarone come il centravanti/canaglia devi dare punizioni esemplari (e la faccio corta evitando la casistica differente per il passato, alla faccia della certezza e dell'uniformità del diritto).

 

E qui scatta l'offesa più infamante da parte del Giudice Sportivo, quella alla logica. In senso stretto e in senso lato. In senso stretto, perché che il colpo di avambraccio sia collegato in forma causale, post hoc propter hoc, all'intervento su di lui del difensore del Palermo, secondo tutti passibile di calcio di rigore, è impossibile da negare. Lo fa il Giudice Sportivo, e con questo compromette qualunque credibilità del suo giudizio. In senso lato l'offesa è ancora più grottesca. Ma come, non più tardi di ieri mattina a Napoli in tribunale cominciava il rito abbreviato per Giraudo e compagni di Calciopoli (associazione a delinquere con finalità di truffa sportiva), tra cui l'arbitro Rocchi che sabato dirigeva Juventus-Torino ripulito dalla giustizia sportiva di ogni sospetto, e il colpevole di come è finito il pallone è Gilardino che si accapiglia in area con un pallone spingendolo con il braccio invece di evitare di toccarlo e magari ringraziare Dellafiore per averlo tirato giù? Ecco, mi si dirà che sono cose separate. Chiunque conosca il calcio da sempre sa benissimo che non lo sono, e che il tutto ha sapore di ridicolo quasi più per la figura del Giudice Sportivo che per il colpevole squalificato. Ah, naturalmente avrei scritto la stessa cosa se il caso Gilardino fosse stato il caso Miccoli. Basta invertire gli addendi. Il pesce rotondo continua a puzzare dalla testa. Federale.