SCONCERTI, ACF abbandona i giocatori? Sì perché...
Cosa spinge un giocatore a non pensare di lasciare Firenze, come da intenzione di Borja Valero che però alla fine è passato all'Inter? Prova a rispondere Mario Sconcerti dalle colonne del Corriere della Sera: "Firenze non insegue i calciatori, li guarda in silenzio, li lascia alla loro vita. Non li copre, li fa semplicemente vivere (...). Perché questo abbandono reciproco, questa voglia del calcio e la città di stare bene insieme? Forse proprio perché Firenze è sempre stata insopportabilmente litigiosa. Guelfa o ghibellina, bianca o nera, si è combattuto per secoli tra un palazzo e l’altro lungo i vicoli. Da finestra a finestra, così vicini che a un certo punto anche la guerra stancava e si fermavano tutti a bere insieme un bicchiere di vino. Era la fine del primo tempo. Il calcio, a Firenze, ha preso il posto di quasi tutto il vecchio orgoglio. È una straordinaria sintesi inconscia tra passato e presente".
Sempre secondo Sconcerti, fiorentino doc, "Firenze si sente l’ispiratrice di tutte le unicità. E il paradosso è che non ha completamente torto. Siamo tutti un po’ figli del Rinascimento. Uno come Borja questa differenza l’ha sentita subito sua, uno come Roberto Baggio o Manuel Rui Costa l’hanno rappresentata. Ma è molto di più, può diventare fine come sabbia, spargersi su tutti i calciatori, anche quelli meno bravi, anzi, soprattutto su loro. Forse questo è il limite di Firenze e della Fiorentina. Essere già stati tutto e perdonarsi di non poterlo essere più. Infatti alla fine Borja è andato all’Inter. Con le coordinate di Firenze tatuate sul corpo".