PRANDELLI, Pur di vincere a Firenze rifiuterei il Chelsea
"Il nostro scudetto si chiama zona Champions. Un traguardo che abbiamo l'obbligo di inseguire». Cesare Prandelli divide i sogni, dalla realtà. Guardando, però, senza tremare la classifica. «La parola scudetto — riprende il tecnico viola — è vietata dentro lo spogliatoio. Guai se perdiamo di vista la nostra vera dimensione. Però, lo confesso, fa piacere leggere che gli allenatori delle "grandi" ci vedono come una delle candidate al titolo. Vuol dire che un po' di paura la facciamo. Per il momento siamo terzi. E abbiamo ancora margini di miglioramento".
L'Inter è già al comando.
"Ma la Roma è ancora la mia favorita per il titolo. La sconfitta di sabato scorso non fa testo. L'espulsione di Giuly ha condizionato la partita. Comunque, Inter e Roma sono fuori dalla nostra portata. Così come, sulla carta, Milan e Juve hanno sicuramente valori superiori".
Il Milan, però, è già indietro di cinque punti.
"La strategia della società rossonera è chiara: l'inizio di stagione ruota tutto intorno alla coppa Intercontinentale. Non mi sorprenderei se la squadra di Ancelotti avesse svolto anche una preparazione particolare per arrivare al 100% a questo appuntamento. Se il Milan diventa campione del mondo saranno problemi seri per tutti gli avversari. In Champions e in campionato".
E la Juve?
"La vittoria nel derby all'ultimo minuto è la fotografia della squadra bianconera. I 4-5 grandi campioni della Juve hanno trasmesso ai nuovi la mentalità di chi vuole essere a ogni costo il primo della classe. Purtroppo dovremo affrontare i bianconeri tre giorni dopo lo spareggio Uefa con il Groningen. Una partita che voglio vincere a tutti i costi. Non sarà facile recuperare in poche ore gambe e testa. Invidio Ranieri che potrà lavorare sette giorni per preparare questa sfida".
La Fiorentina cosa ha in più rispetto alle quattro squadre più titolate?
"Alcuni giocatori che tra qualche anno potrebbero essere più forti delle stelle dell'Inter, della Roma, della Juve. Se i nostri talenti maturano in fretta...".
Da chi si aspetta il primo salto di qualità?
"Da Mutu. Quando, due estati fa, venni a sapere che esisteva una possibilità di portarlo via alla Juve dissi alla società di provarci. Avevo parlato con lui. Gli avevo letto negli occhi e nelle parole la voglia di iniziare una vita nuova. Mutu deve completare il suo processo di crescita.
E' già un fuoriclasse, ora deve diventare un leader, deve segnare tanti gol e servire tanti assist. Come Totti nella Roma".
Un altro che sta maturando in fretta è Montolivo.
"Può diventare il Gerrard italiano. E' il prototipo del calciatore moderno".
Pazzini, invece, fatica a calarsi nel ruolo di Toni.
"Solo alla voce gol. Ma continuo a credere che diventerà una grande prima punta".
In ogni caso c'è pronto Vieri.
"Bobo non vuole perdere nemmeno le partitelle in famiglia. Ha una grinta incredibile. Sa qual è il problema di Vieri? Lui è tornato a pensare da campione, ma non ha ancora la "forza" del vecchio Vieri. E' solo questione di tempo".
C'è uno slogan per questa nuova Fiorentina?
"Visto che non avevamo i soldi degli altri abbiamo provato a avere più coraggio degli altri. Molti in passato si sono riempiti la bocca con il "progetto giovani", noi lo abbiamo realizzato. Se vinciamo questa sfida diventeremo un modello da imitare nel mondo".
A che punto è questa battaglia?
"Guardando la classifica posso essere felice. Ma la cosa bella è che tutto il nostro piccolo mondo crede di poter lottare fra due anni per lo scudetto. Sono sicuro che nessuno scapperà prima. Anche se Mutu è un giocatore da Real e Chelsea e se Montolivo, Frey e Vieri sono fior di calciatori. E non solo loro: prendete Gamberini, oggi uno dei migliori difensori italiani. La convocazione in Nazionale deve essere il punto di partenza. Da Gamberini, come da Mutu, mi aspetto molto di più. Nello spogliatoio sento parlare di allungamento di contratti non di "offerte interessanti"".
Osvaldo è l'ultima scoperta.
"Deve ancora crescere sia tecnicamente, che tatticamente. Ma è uno del gruppo. Così come fanno parte del gruppo Lupoli, che deve imparare a giocare con gli altri, e Van den Borre, che deve imparare a difendere. L'occasione buona arriverà per tutti. Comunque, che bello vedere sabato sera Montolivo, che si stava scaldando a bordo campo, entrare in campo per abbracciare Osvaldo dopo il gol. Questo vuol dire che dentro il gruppo è passata la filosofia che non esistono titolari inamovibili e riserve fisse".
La frase che ripete sempre?
"Voglio una squadra con uno spirito da provinciale, ma con la voglia di stupire".
E se a giugno dovesse venire Abramovich offrendole la panchina del Chelsea?
"Nessuno dei miei giocatori ha voglia di andarsene, perché dovrei immaginarmi io su un'altra panchina? Ho sposato la sfida dei Della Valle e fino al 2011 lotterò per costruire una Fiorentina capace di lottare a pieno titolo per lo scudetto. Ma ora dateci il tempo di crescere. E di riprenderci quella Champions che avevamo conquistato e che non abbiamo potuto goderci".