PRANDELLI, I conti tornano al giro di boa
Anatomia del girone di andata: diciannove gare, quarto posto in classifica, trentaquattro punti. Se sommasse lo stesso rendimento anche nel ritorno la Fiorentina toccherebbe quasi quota settanta, bottino mica da sottacere. Domenica di approfondimento per Cesare Prandelli. Dando un’occhiata alla gara del Friuli perché si incrociavano due delle sicure contendenti alla corsa-Champions, analizzando la classifica, ancora non perfettamente veritiera alla luce dei recuperi mancanti del Milan. Prima considerazione che Prandelli, ieri, a mente fredda, avrà fatto: la sua Fiorentina è di ferro fuori casa. Un solo stop, appena sei gol subiti.
Testimonia che la squadra si esprime (paradossalmente) si esprime benissimo se viene attaccata, guadagnando gli spazi, esibendosi di rimessa. Una qualità significativa che, in un altro scenario, l’Uefa che tra un mese ricomincerà, i viola potranno mostrare con baldanza e fiducia, visto che il cammino europeo, spesso, si costruisce con blitz fuori casa. Seconda riflessione, meritevole di attenzione in vista del girone di ritorno: la Fiorentina mai ha vinto con le squadre più forti. Una sconfitta interna contro l’Inter, pareggi a raffica con Roma, Milan e Juve, altro stop casalingo contro l’Udinese. Nel prosieguo di campionato viola attesi dalle trasferte contro Inter, Juve, Roma, Udinese: potrebbero generare problemi solo in apparenza, constatata l’eccellente predisposizione al controgioco, fuori casa, messo in atto dai viola.
Il digiuno contro le altre grandi del torneo, pero’, qualche imbarazzo lo suscita: viola letali e cinici contro le piccole, in difficoltà contro i campioni, l’organizzazione tattica delle rivali.