PAZZINI, 100 presenze ed un sogno
L’Europa per scacciare via le tensioni provocate dagli ultimi risultati e testimoniate dalle dichiarazioni contrapposte fra il ds Corvino, che ha difeso la squadra, e l’ad Mencucci che invece ha puntato il dito sulle troppe “distrazioni mentali” dei giocatori.L’Europa per dimostrare che, se calo c’è stato, è stato passeggero e questa Fiorentina ha ancora diverse cartucce in canna. Basta poi guardare gli occhi di Giampaolo Pazzini. Occhi di tigre, o meglio di goleador ritrovato, per nulla sazio. Salvo contrattempi dell’ultima ora, domani toccherà di nuovo a lui com’è già stato contro Empoli, Milan e Atalanta. Solo che stavolta per Pazzini, scelto come testimonial con Cesare Prandelli della nuova campagna promozionale dell’Associazione tumori toscani («Giusto aiutare chi soffre, noi che siamo dei privilegiati») sarà un po’ diverso. E non solo perché, nell’altalenante dualismo con Vieri, ora è lui il titolare dopo gli ultimi gol alla Lazio (Coppa Italia), all’Empoli e all’Atalanta (tutti segnati in trasferta) e dopo un dicembre vissuto perlopiù in panchina. Sarà diverso perché domani toccherà le 100 presenze in viola (29 gol dal gennaio 2005). «Farò di tutto per festeggiare questo traguardo con un gol.
Non ho ancora segnato in Europa, spero di riuscirci stavolta», sorride il centravanti. Un gol per aiutare la Fiorentina e far vedere che lui ha le qualità e il carattere per sostenere il peso dell’attacco e la concorrenza di Vieri, uno che in carriera ha sfidato 4 volte il Rosenborg con Juve e Inter facendogli pure gol ed eliminandolo sempre dalla Champions League. Dopo i tormenti passati, Pazzini appare sicuro e sereno, sa di giocarsi molto da qui a giugno, probabilmente la permanenza a Firenze.Ma è pronto: «Non mi importa se per qualcuno sono sempre sotto esame, io vado avanti per la mia strada. Ora poi sono al top, non sento alcun peso. E ciò vale anche per la mia squadra. A Bergamo abbiamo pareggiato una gara strana, il Milan ha vinto e la corsa Champions s’è complicata. Sapevamo che sarebbe stata dura, ma noi non molliamo»