MUTU, Intervistato dalla Gazzetta dello Sport

14.07.2007 10:30 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: Gazzetta dello Sport

Nell'edizione odierna della Gazzetta dello Sport c'è un'interessante intervista ad Adrian Mutu che, con la partenza di Luca Toni , sarà il leader dell'attacco viola:

Mutu, quanto mancherà Toni alla Fiorentina?
«Per noi sarà più difficile, Luca era un punto di riferimento, non solo un goleador. Adesso speriamo di valorizzare Pazzini, perché anche lui ha grandi qualità e lo ha già dimostrato, anche nel finale dell’ultimo campionato. E’ un ottimo attaccante, questo campionato gli servirà per fare il passo decisivo».

Si riparte con una Fiorentina sempre più giovane: Lupoli, Vanden Borre, Hable, Mazuch e Balzaretti. Età media dei nuovi arrivi, meno di vent’anni
«Io sono arrivato in Italia a vent’anni, ci siamo».

Allora avrà qualche consiglio da dare ai più giovani...
«Avete un allenatore come Cesare Prandelli, approfittatene.
Seguitelo, ascoltate quello che vi dice, fate quello che vi chiede, anche quando non condividete le sue decisioni. E’ così che sono cresciuto ed è così che gente come Gilardino e Adriano sono diventati dei campioni».

Altri suggerimenti«Mai avere fretta, mai avere voglia di strafare.meglio mettersi al servizio della
squadra, non pensare al colpo perfetto e agli applausi. Questo vale per i giovani, per me e per tutti.Non si finisce mai di crescere».

L’anno della sua svolta?
«Credo alla Juventus, con Capello. Mi ha messo a fare l’ala sinistra. In un’occasione anche l’ala destra. Qualcuno mi diceva "quello è rimbambito, tu sei il vice Nedved". Non li ho ascoltati».

Di Capello ha un buon ricordo?
«Ottimo».



Al Real Madrid lo hanno trattato maluccio?
«Ma lui ha vinto, questo è quel che conta».

Vincere con i giovani è più difficile?
«Dipende e comunque noi siamo un bel mix. Io, Ujfalusi, Liverani, Jorgensen, non siamo mica così giovani».

Se arrivasse anche Ljungberg?
«Benissimo. E’ un campione, in campo e nello spogliatoio. Ma queste sono cose che decide la società».

Pure Ljungberg era in vacanza a Miami: vi siete visti?
«No, ma lo conosco».

Con Pazzini al centro dell’attacco cambierete modulo: lei gli starà più vicino...

«Un po’ più accentrato, diciamo così. L’idea è questa, oggi partiamo per il ritiro di Castelrotto e iniziamo a lavorare. Il mister è fatto così, ha il gusto di cambiare le cose in corsa».

Bella rottura il ritiro?
«Ormai ci sono abituato».

E Miami...
«Bellissima. Non è l’America che ti aspetti,è un mix di cultura americana e latina. La Florida non ti sta mai stretta».

La Fiorentina le sta stretta?
«Mai. Mi fido del presidente, della società, dell’allenatore, dei miei compagni.
Ho bisogno di fiducia, da qui non mi muovo».

Affare fatto.