MUTU IL FENOMENO CHE NON HA PAURA DEI CALCI DI RIGORE
Adrian non aver paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Eppure, se Mutu non avesse mantenuto nervi saldi e concentrazione a mille, probabilmente, quel pallone dal dischetto non lo avrebbe piazzato nell’angolo irraggiungibile alle spalle di Campagnolo. Certo, non si trattava di un penalty che assegnava la Coppa del Mondo, chiedere in tal senso a Grosso quanto può pesare un pallone in quel momento, ma per la situazione in cui si trovava la Fiorentina aveva il suo peso specifico. Sotto di una rete, infatti, i viola parevano assolutamente fuori dai giochi. Complice una Reggina rocciosa, la squadra di Prandelli aveva accusato un certa stanchezza fisica e mentale che, di fatto, le impediva di schiacciare gli avversari nella propria metà campo alla ricerca del pareggio. Un risultato, quest’ultimo, da considerare tutto sommato positivo visti gli impegni ravvicinati, Empoli la domenica precedente, Torino quella successiva, e visto, soprattutto, il valore del collettivo di Mazzarri. Eppure Adrian “il freddo” non si è fatto impressionare né dagli applausi polemici di tutta la curva amaranto, sotto la quale ha battuto il penalty, né tantomeno dalla voglia di ripetersi di Campagnolo dopo la vittoria nella sfida con Totti nella giornata precedente. Anzi, si racconta che nel dopo gara sia stato proprio il portiere della Reggina a confessare che il numero dieci viola aveva cambiato la propria rincorsa prima di calciare il rigore. Fatto sta che, dopo essersi procurato la punizione dalla quale è scaturito il rigore, Mutu ha realizzato con grande freddezza il prezioso pareggio della Fiorentina portando a dodici le proprie realizzazioni. Una cifra che lo avvicina al suo record di Parma.
Nella stagione 2002-2003, con Prandelli in panchina, il rumeno arrivò a collezionare diciotto gol e a parità di giornate, ventisei, il suo score racconta di un solo centro in più rispetto a quelli attuali. Anche se la squadra è partita con una pesante penalizzazione, anche se la sua anca continua a dargli un doloroso fastidio. Colpa del particolare modo di calciare, ha confessato poco tempo fa Mutu, ma osservandolo in campo non sembrerebbe. Seppure a Reggio Calabria non ha giocato una delle sue più brillanti gare il rumeno è stato comunque tra i più pericolosi dei suoi. Dopo pochi minuti una sua serpentina ha liberato magnificamente al tiro Luca Toni, mentre anche nel resto della gara ogni sua invenzione ha creato enormi grattacapi alla retroguardia reggina. E’ indiscutibilmente lui, insieme ai tredici centri di Toni, l’arma in più di questa Fiorentina che ha scalato, giornata dopo giornata, la classifica passando dalla zona calda della salvezza a quella della rincorsa all’Europa. Già…l’Europa, sogno proibito soltanto fino a qualche settimana, e oggi vero e proprio traguardo raggiungibile dal gruppo di Prandelli. Raggiungere la Champions, va detto, rimane compito a dir poco arduo, ma la qualificazione in Coppa Uefa, oggi, è quanto di più reale si possa immaginare per questa squadra. Una squadra sì plasmata dalla sagacia tattica di un grande allenatore, il cui score in termini di punti è roba da far rabbrividire gli statistici del pallone, ma anche trascinata dai gol di un grande bomber e dalle invenzioni di un eccezionale funambolo che sta rinverdendo i fasti dei numeri dieci viola. L’ultimo di questi fu l’indimenticato Rui Costa, ma oggi Firenze è già innamorata di un nuovo fenomeno che sta portando in alto i colori viola, si chiama Adrian Mutu, e non si fa impressionare da niente e nessuno.