MAZZONE, Il daspo non fermerà me o Baldini
«Per me è una grossa novità, non ho un metro di giudizio, si vogliono penalizzare certi comportamenti. Non credo che questo possa frenare l’impulso di qualcuno che va fuori di testa, come me o come Baldini e Mondonico che fu espulso e poi andò in tribuna». Per l’ex tecnico di Roma, Brescia e Bologna, Carlo Mazzone, parificare ai calciatori le pene previste per i tifosi in caso di risse, come indica la Cassazione, «può essere un fatto positivo» ma è difficile che elimini il ripetersi di tali situazioni nel calcio come accaduto alla prima giornata del campionato con l’episodio del calcio rifilato dal tecnico del Catania Baldini a quello del Parma Di Carlo.
«Se tutto questo comporta un fatto positivo facciamolo, ma resto un po’ in imbarazzo - indica Mazzone - Prima di fare questa legge richiamiamo addetti ai lavori, calciatori e allenatori al dovere. Diamogli una prova di appello. Un provvedimento extra-calcio sarebbe penalizzante. Se un tesserato, un giocatore, un allenatore perde la testa sa a cosa va incontro e la perde comunque. Con una pena superiore pensate che si facciano dei calcoli? Non credo sia la minaccia di questa pena che possa condizionare perché noi allenatori, io andai sotto la curva, Capello anche a Bergamo fece qualche cosa di simile, Mondonico fu espulso e andò in tribuna.
Se in tutto questo c’è qualcuno che può garantire un miglioramento - aggiunge Mazzone - che venga fatto, ma non credo sia un freno molto forte. Penso al fatto mio, a Baldini, a Mondonico: di quanto successo a me non ne faccio un vanto, io poi ho chiesto scusa ma non è stato accettato».
Mazzone ricorda poi l’episodio che lo ha visto correre sotto la curva dell’Atalanta dopo aver incassato gli insulti dei tifosi bergamaschi. «Quel giorno a me non mi fermava nessuno, la legge, l’ergastolo.... Io sono andato lì perché le offese erano forti, sulla mamma e sulla mia romanità, cosa che io non ho mai fatto a nessuno. La provocazione è stata forte». Il futuro di Mazzone è ancora su una panchina? «Mio fratello gemello - scherza l’ex tecnico della Roma - ogni tanto ci va, mi dice andiamo e l’altro dice vai te che a me mi viene da ridere...».