JOVETIC, Classe e senso della posizione
Riccioli di platino. Ha lo sguardo da bambino che senza malizia ed ingenuità punta dritto verso l’ultima creazione del ragno. Scavetto. Via la ragnatela all’incrocio dei pali e tanti saluti da Castelrotto. Prandelli osserva Stevan Jovetic da bordo campo, durante la partitella. Il montenegrino è uno dei tanti acquisti dell’ultima campagna acquisti da fuochi di San Giovanni della Fiorentina. Il Trentino ha l’onore di vederli all’opera per la prima volta di viola vestiti. Due note di violino. Due acuti. Sabato Gilardino ha inaugurato la rimpatriata con il tecnico di Orzinuovi con una doppietta. Ieri Prandelli lo ha guidato, rimproverato, applaudito, ad ogni movimento tattico provato nel pomeriggio. Difficile farne di spettacolari, palla a terra come piace a Cesare: sono arrivati anche i pompieri per drenare il campo di Castelrotto, tanta è la pioggia che è caduta.
COMOTTO ha lavorato a parte, per stare ancora meglio, per essere pronto ancora prima. E chi ha paragonato Felipe Melo ad una forza della natura, non ha sbagliato più di tanto: macina metri, chilometri, con sguardo fisso e passo costante. Anche in partitella i compagni lo cercano molto e lui fa altrettanto. «Leader di centrocampo» lo hanno eletto in tanti. Vedremo, i presupposti per diventarlo paiono esserci.
POI CI SONO «i quasi nuovi», ovvero quelli che, per età o per una permanenza ancora troppo breve in riva all’Arno, sono difatti ancora sotto osservazione da parte dello staff viola. Da Costa parla. Italiano, s’intende, come specificato qualche giorno fa. Motivo in più per pensare ad una sua sempre più vicina integrazione con i compagni e sintonia con Prandelli. Al centro della difesa dimostra sostanza e potenza. Forse un po’ di irruenza, ma Pin lo richiama subito all’ordine. E Da Costa capisce e mette in pratica. Gulan e Diakhatè lavorano a testa bassa: probabile che siano loro due a giocarsi un posto in prima squadra nella prossima stagione a centrocampo. E poi Mazuch. Sembra Schwarzenegger ma non ha nemmeno vent’anni. Sbaglia pochissimo e corre come un ossesso, come la Nuova Fiorentina.