GILARDINO, Assurda la gogna mediatica
Alberto Gilardino ha sbagliato per due volte: esultando dopo avere segnato al Palermo con un colpo di mano; andando in tv a dire che il suo gesto era stato involontario e chiedendo scusa per il gol irregolare. Se il suo gesto era stato involontario, non doveva chiedere scusa; se ha chiesto scusa, il suo gesto non è stato involontario. La giustizia sportiva l’ha punito con due giornate di squalifica.
Sarà interessante sapere quante partite salterà Morganti, alla luce di ciò che ha testualmente affermato il presidente degli arbitri, Cesare Gussoni: "Guardando le immagini, ci sarebbero stati anche gli estremi per un calcio di rigore grosso come una casa e per l'espulsione del difensore Dellafiore. Dall'azione fallosa è derivata una rete nella porta del Palermo e l'arbitro l'ha convalidata: se avesse visto il fallo di mano sarebbe dovuto, chiaramente, intervenire".
Ciò detto, non ci piace il linciaggio mediatico al quale, da più parti, viene sottoposto Gilardino, come se fosse il campione mondiale di slealtà sportiva, un reprobo da sbattere alla gogna senza pietà. Gilardino ha sbagliato e, assieme alla Fiorentina, pagherà un prezzo salato, visto che mercoledì sera non giocherà sicuramente contro l’Inter. Ma nessuno, ripetiamo nessuno, ha il diritto di scagliare la prima pietra contro l’attaccante, ergendosi a giudice supremo e mettendone in discussione la buona fede.
A cominciare da un presidente che oggi si straccia le vesti e addita Gilardino al pubblico ludibrio, ma nel 2007 fa non risulta abbia mosso un dito per censurare l’allora suo allenatore che, sempre a Palermo, aveva inverecondamente dato i numeri contro Prandelli. Il confine fra buona fede è fair play è sottile: purtroppo, Gilardino non l’ha valicato. Se l’avesse fatto, riconoscendo immediatamente il proprio errore, il suo gesto avrebbe fatto il giro del mondo, onorando la campagna di correttezza con il marchio Fiorentina. Ma Gilardino è un uomo per bene e un campione vero. Soltanto chi cade, può rialzarsi. E Gilardino è già in piedi.