EURO 2012: anche i furbi piangono

21.04.2007 12:51 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: di Carlo Nesti - www.carlonesti.it

“Italia sì, Italia no… il paese dei cachi”: le parole di Elio e le Storie Tese hanno avuto il peso della profezia. Italia sì: la quasi certezza di averla spuntata, nella corsa agli Europei 2012. Italia no: la beffa micidiale nel sapere che saranno organizzati da Polonia e Ucraina. “Italia, paese dei cachi?”. Io direi “paese del cacchio”, con rispetto parlando, vittima non di “ingiustizia”, bensì di “giustizia” terrena. Mettete insieme 4 fatti: Moggiopoli atto primo (estate), la morte dell’ispettore di Polizia Raciti, gli scontri polizia-inglesi all’Olimpico, e Moggiopoli atto secondo (oggi). Da noi, con un pugno di tarallucci e un bicchiere di vino, si decide che qualsiasi crisi è finita, riprendono a imperversare davanti alle telecamere i Moggi, a circolare a piede libero i Carraro, e a uscire dal sarcofago i Matarrese.

Siamo i furbetti di tutte le generazioni, quelli che pensano che anche altrove si faccia così. Errore, diabolico errore. All’estero, dove ben pochi ci possono vedere (chiedere agli emigranti, e ai figli degli emigranti, che si vergognano di ricordare radici nostrane), non si aspetta altro che l’occasione per mettercelo in quel posto. Quale occasione più ghiotta di questi Europei 2012? D’altro canto, mi spiegate la credibilità di un calcio italiano che, una volta assodato lo scandalo di un intero sistema, punisce soltanto la Juventus? E gli arbitri complici e corrotti? Fantasmi? E che credibilità può avere un paese che non sa ancora esattamente come è morto un ispettore di Polizia, che non aveva nessuna possibilità di difendersi, e che chiunque, anche un collega, può avere giustiziato? Se questo è lo scenario da Terzo Mondo offerto dal calcio business “alla fettuccina”, l’Uefa vada a visitare chi ha infinitamente meno soldi, ma conserva una passione più pura della nostra. Alla faccia delle lacrime della Melandri, è il “lieto fine” della storia: “lieto” per chi sa apprezzare i valori veri del calcio. Io, fossi nella “ministra”, piangerei non di rabbia, ma di commozione: sincera.
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