DIRITTI TV, La Serie B rimette in discussione l'accordo
La Serie B punta i piedi e rimette in discussione l'accordo sui diritti tv. Antonio Matarrese era riuscito miracolosamente a convincere i club di serie A, l'altro giorni. Ma adesso è costretto a convocare una nuova assemblea generale (mercoledì prossimo) prima di trasmettere al Ministero dello sport il sì. Al centro della contestazione dei presidenti delle società di serie B c'è la parte dell'accordo che riguarda la mutualità generale (il 10% degli incassi): secondo i club una parte finirebbe non a loro ma anche al calcio giovanile. E quindi, non ci stanno. La tesi delle 22 società cadette ("c'è un'unanimità nel disaccordo", ha detto Giorgio Lugaresi) è che la Lega Calcio sia una sola e che la delibera doveva essere approvata da tutte le 42 società professionistiche. "Una parte dei presidenti era favorevole alla serrata, ma siamo riusciti a convincerli a non farlo", ha dichiarato Antonio Matarrese alla conclusione dell'assemblea straordinaria di serie B. "L'assemblea ha deciso che sabato non verranno trasmesse gare del campionato in televisione". Continua l'ostracismo a Rai Sat. Quest'anno il torneo di B non viene trasmesso da nessuna tv. Sky adesso non ne vuole sapere (aveva offerto 4 milioni tempo fa), Mediaset si è tirata fuori da tempo, la Rai non può spendere grosse cifre. Ma Matarrese è convinto che l'accordo sottoscritto con i club di serie A non potrà mai saltare. Ormai, il dado è tratto. Anche se la B chiede più considerazione. "Non ci sono stati né vinti, né vincitori. Il solo vincitore è stato il calcio italiano", questo il pensiero di Giovanni Cobolli Gigli, numero 1 della Juventus. In Lega Calcio, come detto, martedì si sono messi d'accordo in extremis: trovato il sì sui diritti tv collettivi, con relativa spartizione più democratica, dal 2010.
In 14 hanno votato a favore, quattro contro (Cagliari, Palremo, Siena, Atalanta). Unica assente, la Fiorentina: strano, il suo patron, Diego Della Valle, è stato un paladino dei diritti tv, di una battaglia che riteneva sacrosanta. I grossi club, in futuro, prenderanno di meno. Di sicuro, ci saranno cifre reali, perché adesso il "sommerso" abbonda, con diritti di prelazione sui quali i club non pagano la mutualità. L'ottimismo e la gioia di Giovanna Melandri l'hanno portata dire che adesso anche la Reggina, con questo nuovo equilibrio, "potrà puntare allo scudetto". Forse esagera. "Ringrazio il ministro, spero la sua frase sia di buon auspicio per il 2011. Mi auguro solo di arrivarci...", la replica scherzosa di Lillo Foti, n.1 del club calabrese. Sarebbe un buon segnale se un club come la Reggina, o il Livorno, il Siena, potesse davvero lottare per lo scudetto. Ma forse non basteranno solo i soldi in più delle tv.