Ci vorrebbero tanti Pulvirenti

05.02.2007 10:00 di  Leonardo Menicucci   vedi letture
Fonte: Marco Frattini - TMWnews.it
Non esistono morti di serie A e di serie B, una vita spezzata ha sempre lo stesso altissimo valore. La morte di Filippo Raciti è la morte di un uomo, di un padre di famiglia, non ( comunque non solo) la morte di un poliziotto. Discorso analogo se muore un giovane ultrà, colpevole o innocente che sia. Bisogna restituire valore alla vita e alla morte. Non conosco il codice ultrà nè la logica del branco, ma amo il calcio e lo sport e se il prezzo di una passione è la vita di un esser umano, preferisco cambiare passione, mi darò al risiko o al monopoli. In queste ore piene di retorica e di angoscia, ho apprezzato il comportamento del presidente Pulvirenti, si è comportato come una persona normale, non come un navigato volpone del calcio: ha espresso rabbia, indignazione, ha minacciato di lasciare tutto, in tv si è quasi commosso parlando della sua Catania e dell'agente ucciso, poi, a mente fredda è tornato sui suoi passi. Pulvirenti non lascerà il Catania e con la stessa sobrietà ha espresso concetti forti, si è scagliato contro l'assurda regola della "responsabilità oggettiva" che mette sotto scacco le società, ha parlato di pressioni da parte del tifo organizzato, ha espresso solidarietà a Lotito e ai presidente coraggiosi che han sfidato malsane abitudini del passato, ha proposto di chiudere le curve "violente". Dignità e coraggio nelle sue parole, quello di un uomo normale, non del presidente di un club professionistico abituato alla presenza dei media. Ci vorrebbero tanti Pulvirenti in questo momento, tanti Pancalli, tanti Ulivieri, tante persone capaci di alzare la testa contro un calcio malato e una società sempre più bieca. Ci vuol ben altro che la semplice esportazione del modello inglese, che è sicuramente valido ma va modellato alle esigenze italiane, senza paura di sembrare troppo duri e poco garantisti. Basta morti, poliziotti o ultrà che siano.