CALCIOPOLI, L'indulto protegge i Della Valle

05.10.2008 10:48 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: la Repubblica

Il giudizio sportivo si era concluso con la penalizzazione che impedì alla squadra di partecipare con due anni di anticipo alla Champions League, adesso Diego e Andrea Della Valle si preparano ad affrontare lo scoglio rappresentato dal processo penale originato dall´inchiesta sul calcio truccato. Il gup di Napoli Eduardo De Gregorio ha rinviato a giudizio il patron e il presidente viola per i tre capi d´imputazione prospettati dai pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci e relativi a tre incontri del torneo 2004-2005: Chievo-Fiorentina 1-2, Lazio-Fiorentina 1-1 e Lecce-Parma 3-3. Il reato ipotizzato è quello di frode in competizione sportiva, la prima udienza è fissata per il 20 gennaio 2009. Sul piano concreto, i Della Valle non corrono alcun rischio: un´eventuale condanna risulterebbe infatti interamente coperta dall´indulto. Questo senza contare la prescrizione, che per questo reato dovrebbe scattare dopo quattro anni. La difesa dei massimi dirigenti viola, rappresentata dall´avvocato Francesco Picca, è comunque al lavoro per contrastare nel merito l´impianto accusatorio.  Per la partita contro il Chievo i fratelli Della Valle sono imputati in concorso con Sandro Mencucci e l´ex vicepresidente della Figc, Innocenzo Mazzini con il quale secondo l´accusa avrebbero concordato "con l´assenso di Luciano Moggi", la designazione di un arbitro (Paolo Dondarini) che potesse incanalare la gara su binari favorevoli alla Fiorentina. Per Lecce-Parma viene contestata a presidente e patron, in concorso con Mazzini, Mencucci, Moggi, l´ex designatore Paolo Bergamo e l´arbitro Massimo De Santis di aver predisposto "atti finalizzati a predeterminare il risultato di 3-3, favorevole - scriveva la procura nella richiesta di rinvio a giudizio - alla squadra dei Della Valle" per raggiungere la salvezza attraverso il meccanismo della classifica avulsa, che determinò la retrocessione del Bologna. Il solo Diego Della Valle è imputato con il presidente della Lazio, Claudio Lotito, per l´incontro tra i viola e il club biancoceleste: episodio contestato a seguito di un´intercettazione nella quale Lotito, parlando con Mazzini, faceva riferimento a una "proposta da bandito" che gli sarebbe stata rivolta da Della Valle per concordare il risultato. Su questa circostanza, interrogato in procura, Lotito si avvalse della facoltà di non rispondere. Ai magistrati napoletani, nel faccia a faccia di nove ore che si svolse il 30 maggio 2006, Diego Della Valle replicò a tutte le accuse ribadendo più volte che la Fiorentina non aveva mai "chinato la testa" dinanzi al "sistema Moggi". Nel processo penale, la difesa riproporrà quasi certamente le testimonianze di calciatori come Giorgio Chiellini, Sebastien Frey e Angelo Di Livio che, in occasione del giudizio sportivo, esclusero illeciti nelle partite nel partite nel mirino dei magistrati.