ARBITRI, Stavolta scontentano tutti

04.02.2008 08:33 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: Il Tirreno

Sabato, interrompendo il suo silenzio stampa, Roberto Mancini ha detto che è meglio vincere il campionato con due punti di vantaggio anzichè con 15 altrimenti la vittoria perde di valore. «E’ l’esperienza sul passato, visto quello che è successo l’anno scorso - spiega Massimo Moratti dalla tribuna di San Siro». E poi lancia il dardo avvelenato contro chi sussurra di un’Inter aiutata dagli arbitri. «Il 5 maggio, se non ci fosse stata quella banda di truffatori, avremmo vinto con qualche punto di vantaggio». La domanda portava il discorso al tempo in cui l’Inter, nel 2002, perse all’ultima giornata di campionato, contro la Lazio all’Olimpico, uno scudetto che sembrava già vinto, e che per effetto di quella sconfitta fu conquistato dalla Juventus di Moggi e Giraudo.
Dichiarazioni pesanti in una domenica pesante, l’ennesima, soprattutto per la classe arbitrale. Otto calci di rigore assegnati in questa giornata, di cui ben tre (Zaccardo, Vannucchi, Terlizzi) per presunti falli di mano in area. Otto penalty aspramente contestati dagli allenatori e non solo. A San Siro, Mancini e Malesani sono d’accordo: un arbitro «poco sereno» ha condizionato la sfida tra Inter ed Empoli. «Sicuramente dopo il primo rigore, che io non avrei mai dato, è cambiata la partita - ha ammesso il tecnico nerazzurro - non credo ci fosse neanche il rigore per l’Empoli. E’ stata una sorta di compensazione perchè l’arbitro aveva perso la serenità. Escludo comunque la malafede». «Vorrei che tutti gli arbitri avessero la serenità di Collina - ha commentato l’allenatore dell’Empoli Malesani - non mi piace dire che gli arbitri hanno sudditanza, ma di certo non sono sereni. Le piccole ne fanno le spese. Mi fido però di Collina che deve trasmettere la serenità come cerco di farlo io con i miei ragazzi». Unica voce fuori dal coro quella di Marco Materazzi che ammette: «Il mio fallo su Saudati era da rigore». Anche per Luciano Spalletti «non c’è dolo, ma gli arbitri sono giovani, stanno crescendo e possono commettere errori». Spalletti non calca la mano sul rigore-vittoria concesso all’Inter, e del quale anche il tecnico nerazzurro ha ammesso l’inconsistenza, negando peraltro la legittimità anche del penalty concesso all’Empoli. «Non c’è alcuna congiura - ha detto Spalletti - La nostra situazione? Diciamo che la Roma è in credito, negli episodi decisi dagli altri siamo in credito». Claudio Ranieri cerca di placare le acque: «Basta parlare di arbitri, non è facile arbitrare in serie A e ci sono giovani che hanno bisogno di fare esperienza», dice a proposito dei falli di mano. «Collina è stato molto chiaro - è il pensiero di Ranieri -, quando la mano fa volume e interrompe la traiettoria della palla è rigore. In Coppa contro l’Inter Salihamidzic ha fatto lo stesso fallo ed è stato fischiato il rigore. Il problema è che non è facile arbitrare in A. Ci sono direttori di gara che arbitrano per la prima volta in A, non sono esperti e devono fare esperienza, è come per i calciatori, ci sono quelli che hanno bisogno di fare esperienza e altri che si dimostrano subito all’altezza».
A voi Granillo, anche qui arbitro messo in croce. E’ il presidente Lillo Foti, a cominciare: «L’atteggiamento dell’arbitro di oggi - attacca Foti - è quello di un direttore di gara convinto delle proprie idee, che non si confronta con gli altri. Grazie ancora agli operatori tv che confermano come la Reggina sia stata danneggiata in diverse occasioni quest’anno. Nel primo rigore l’intervento di Cirillo era pulito. Comunque non ci sentiamo vittime di nessuno». Anche il tecnico amaranto, Renzo Ulivieri, non è per niente soddisfatto della prestazione dell’arbitro Morganti. «Non mi fate entrare in polemica» dice il tecnico toscano, che poi, però, aggiunge: «mi dicono che il fallo di Valdez era fuori area. I rigori si danno se si ha voglia di darli».
In Genoa-Catania, Velotto non vede un netto fallo di mano di Bovo, mentre Damato in Parma-Atalanta concede con troppa generosità due rigori. Povero Collina: un altro lunedì di passione.