"OCCHI PUNTATI SU..." Pazzini e quel gol alla Gerd Muller
Un gol da centravanti vero. Un gol fortemente voluto che ha confermato tutti i progressi mostrati negli ultimi tempi da Giampaolo Pazzini, fino a ieri sera... apprendista centravanti. Da questa modesta tribuna, spesso, non abbiamo lesinato critiche, talvolta anche dure, al talento di Pescia troppe volte sorpreso a specchiarsi nella sua immagine di virtuoso del pallone, nella sua capacità di accarezzare la sfera gialla e viola come un trequartista di qualità, nel suo voler sempre e comunque giocare il pallone cercando una soluzione che concedesse qualcosa alla platea. Niente gol sporchi per lui, niente gol di rapina, nessun gol di rimpallo piuttosto che di rinterzo, nessun gol alla Inzaghi, alla Paolo Rossi, o meglio…nessun gol alla Gerd Muller. Questa volta il “Pazzo” ci ha smentito e noi siamo ben lieti di registrare quest’inversione di tendenza.
Accennavamo a Gerd Muller: chi si ricorda di questo fantastico prototipo di centravanti cannibale che radeva al suolo qualsiasi difesa avversaria in nome di una sola religione, il gol? Qualche numero sulla sua carriera gioverà a risvegliare la memoria di molti. Innanzitutto lo score delle reti: 365 in 427 presenze nella Bundesliga (il campionato tedesco) tutte realizzate con la maglia del Bayern di Monaco (dove ora il “nostro” Lucatoni sta cercando di rinverdirne le gesta). 68 in 62 partite nella nazionale di Germania, che quando ci giocava lui era la Germania Ovest, cioè più di uno a partita…impressionante. E poi il palmares: 4 volte campione di Germania, tre Coppe dei Campioni conquistate, un pallone d’oro nel 1970 e con i Panzer tedeschi fu bronzo mondiale a Mexico 70’ (dove fu anche capocannoniere), campione europeo nel 1972, e campione del mondo nel 1974. Ed ecco il gancio con Giampaolo Pazzini che probabilmente firmerebbe subito per ricalcare solo la metà in quanto a numeri e vittorie la carriera del bomber teutonico, ma che domenica a Bergamo ha realizzato finalmente il suo primo gol alla Gerd Muller.
Fra i tantissimi gol che abbiamo citato ne ricordiamo nitidamente uno che significò, appunto, la vittoria della Germania sull’Olanda di John Cruiyff nella finale mondiale di Monaco di Baviera del 1974. Cross dalla destra del mediano Bonhof, aggancio in mezzo all’area di Muller con l’avversario che lo pressa alle spalle, velocissima giravolta e destro radente che si insacca alla destra del portiere. A quel tempo a farne le spese fu Jonglebed, portiere olandese in verità modesto che, uno fra i tanti, si dovette inchinare alla rapacità del fenomeno tedesco. Avete riconosciuto in questa descrizione il gol di Pazzini? Noi abbiamo avuto subito questa dolce impressione di somiglianza e al di là del valore del gol che, ahimè, non è bastato ad espugnare Bergamo, abbiamo esultato per l’esecuzione propria di un vero centravanti che unisce tecnica (e su quella non c’erano dubbi), ma anche cinismo (ecco la vera novità per Giampaolo), opportunismo e rapidità d’esecuzione. Al momento, per il centravanti viola i gol in campionato sono sei, ancora pochi per le sue enormi potenzialità, e attendiamo altre riprove che ci dicano chiaramente che non è stata la classica eccezione che conferma la regola.
Chiudiamo con una precisazione ed una speranza: il nostro mestiere è quello di cronisti, abbiamo cioè il compito di raccontare nella forma migliore ciò che vediamo, ciò che annotiamo. Una frase fin troppo abusata recita che la critica deve essere costruttiva e noi crediamo in questi mesi di aver criticato Pazzini come un genitore pungola un figlio a profondere un maggiore impegno e dedizione nello studio. Pronti però ad essere smentiti alla prima dimostrazione contraria e per onestà intellettuale pronti ad ammettere l’errore in presenza di un benchè minimo cambiamento in positivo. Per questo invitiamo Giampaolo a stupirci ed a smentirci di nuovo. Noi saremo quì, pronti ad applaudirlo.