"SETTIMO... NON RUBARE!"
Nomini la Juventus e subito viene in mente (chissà perchè...) il più famoso dei dieci comandamenti: "Settimo, non rubare". Niente paura, le nostre intenzioni sono altre anche se la "Vecchia signora" dimostra in più occasioni di aver perso il pelo ma non il vizio. Però, come si suol dire... "tutto passa tutto se ne va", ed oggi (probabilmente) c'è chi ha fatto di più e di peggio della società di Corso Ferraris. E allora il nostro titolo (un pò provocatorio, lo ammettiamo) si vuol riferire alle sei vittorie conquistate dalla Fiorentina in quel di Torino che ripercorriamo... ad una ad una.
"Juventus-Fiorentina, in attesa del settimo sigillo. Sono infatti sei le vittorie conquistate dalla squadra viola in quel di Torino, sponda bianconera. Sei trionfi spalmati su ottantaquattro anni di storia che andiamo a ripercorrere tra grandi imprese, prodezze indimenticabili e qualche luccicone agli occhi. Si comincia il 19 gennaio 1941 con il primo successo per 3-2 firmato da un gol di Romeo Menti, cannoniere di quella stagione con 18 reti. Un salto di 14 anni ed arriviamo al 2 ottobre 1955. E' la Fiorentina del primo, fantastico scudetto, guidata da Fulvio Bernardini, che già alla terza giornata sgretola la Juventus per 4-0 con i gol di Montuori, Magnini, e una doppietta di Virgili. E nonostante fosse solo l'inizio tutti si resero conto che quell'anno il tricolore sarebbe approdato in riva all'Arno. Il terzo sigillo esterno della Fiorentina sotto la Mole coincide con la conquista del secondo scudetto. E' l'11 maggio 1969, e da Firenze arriveranno in 20.000 ad applaudire i gol della coppia Chiarugi-Maraschi, e piangere lacrime di pura gioia per una vittoria tanto bella quanto meritata. Ancora un salto di 15 anni e siamo al campionato 84'-85'. Si gioca la 27° giornata ed i viola battono la Juventus per 2-1 con i gol di un giovanissimo Luca Cecconi bissato da una splendida punizione del Caudillo, al secolo Daniel Passarella. La quinta sinfonia arriva all'ultima giornata del torneo 87'-88'. E' il primo di Sven Goran Eriksson sulla panchina viola, e l'aria è quella dell'ultimo giorno di scuola. Sarà così per tutti ma non per Roberto Baggio che al 31' scappa sulla sinistra, mette a sedere Pasquale Bruno e con un destro chirurgico fredda Tacconi per il gol dell'1-0. Nella ripresa, quando manca un quarto d'ora alla fine, Alberto Di Chiara mette al sicuro il risultato con una fuga delle sue ed anche quell'anno la vittoria sulla Juventus sarà di quelle che salvano un'intera stagione. E siamo ai giorni nostri: il 2 marzo 2008 la Fiorentina di Cesare Prandelli affronta la Juventus di Ranieri per un posto in Champions League. Gobbi apre le marcature al 18', rispondono i bianconeri con Camoranesi e Sissoko, prima dell'apoteosi finale: Papa Waigo pareggia al 74' con un tiro radente, mentre in pieno recupero Osvaldo firma la rete del 3-2 finale: è il 94', azione caparbia di Pazzini al limite dell'area, scarico sul senegalese che crossa teso per la testa di Osvaldo che incorna alle spalle di Buffon. L'esultanza con tanto di mitraglia in onore dell'idolo Batistuta, e la festa all'aeroporto di Firenze con 2000 tifosi viola in delirio, sono già entrate nella storia".