"OCCHI PUNTATI SU..." Il Gilardino furioso
Non è da lui, ma (detto fra noi) ci piace di più così. Parafrasando il celebre poema dell'Ariosto (l'Orlando furioso, circa del 1500...) quello che abbiamo ammirato ieri sul prato del Franchi era un Gilardino versione “terminator”, programmato per una sola missione: accaparrarsi quel pallone, piazzarlo sul dischetto e calciare... con la determinazione e la freddezza propria dei fuoriclasse. Qualcuno potrà dire: quanta inutile prosa per un rigore, fra l'altro neanche decisivo (effettivamente era il 2-0...) Beh, non siamo daccordo, perchè chi conosce Alberto Gilardino (e noi abbiamo questa presunzione) non può che sorprendersi di un atteggiamento simile, al limite dello scortese, dell'offensivo, del “mors tua vita mea”, lontanissimo dal carattere accomodante, quasi timido del centravanti di Biella. E allora delle due l'una: o tra Gilardino e Jovetic (l'altro contendente) c'è del marcio...nello spogliatoio (ma tendiamo ad escluderlo) o Gilardino si è reso conto che la cavalleria non paga, che avanti vanno sopratutto gli spavaldi (che spesso vanno a braccetto con gli sbruffoni), che in certi ambienti vale la legge della giungla, cioè il pesce grosso che mangia il pesce piccolo.
Certo Gilardino ha rischiato parecchio, ha puntato forte su se stesso e per questo la vincita è stata ancora più grossa: 14° gol in campionato, 44° in maglia viola, 127° da professionista e l'assoluzione pubblica di Prandelli davanti a taccuini e microfoni. Non l'aveva presa bene Cesare al momento della querelle, lo abbiamo osservato attentamente: urla convulse per ribadire le gerarchie dal dischetto, dietrofront per non vedere l'esecuzione (il mister non ha visto battere il rigore ma guardava la Fiesole in piena trance agonistica) e vaffa... finale al momento del boato del “Franchi” che salutava un rassicurante 2-0. Eppure ci piace: c'è baruffa nell'aria, c'è tensione, c'è voglia di combattere. C'è voglia di superarsi l'un l'altro, c'è voglia d'impresa e nessuno vuol lasciare nulla d'intentato. Prandelli ancora lo chiama un sogno, Natali comincia a nominarlo quel benedetto quarto posto, Gilardino insegue una maglia da titolare ai prossimi mondiali ma sa che tutto passa da un gran finale di stagione con la Fiorentina. Jovetic, da parte sua, ha l'occasione della vita con Mutu in disgrazia e potendo disporre di una condizione psico-fisica straripante. E a proposito di Gilardino: chissà se quel ragazzo di colore proveniente dal Senegal, di nome Babacar, non cominci a mettergli un po' di pressione addosso... Ci perdonerete la perfidia ma anche questo ci piace, e non poco...