"OCCHI PUNTATI SU", Il bambino e l'acqua sporca... aspettando il mercato
Sfortuna, sviste arbitrali, errori in difesa (e in attacco), scelte discutibili... Genoa-Fiorentina è stato tutto questo ed anche di più. Di una cosa, però, siamo sicuri: non dobbiamo fare l'errore di buttar via il bambino (la Fiorentina) con l'acqua sporca (la mini crisi che ha portato la miseria di due punti nelle ultime quattro partite.) Ma andiamo con ordine: spesso la sfortuna è un fatto teorico, una visione soggettiva dell'andamento delle cose. Stavolta invece, (e lo ha ammesso lo stesso Palladino nel dopo partita) possiamo dire senza tema di smentita che la fortuna ha arriso esclusivamente al Genoa visti i due legni colpiti da Montolivo e Gamberini, e l'occasionissima che Amelia ha sventato nel finale su Dainelli. E allora... "Sfortuna audaces non iuvat" parafrasando una famosa frase latina. I viola giocano a tre punte (praticamente quattro considerando Vargas una sorta di attaccante aggiunto) sfoggiando coraggio e, appunto, audacia quanto basta, e per ricompensa vengono puniti dalla mala sorte. Così va il mondo.
L'arbitro Saccani non è evidentemente un seguace di Paganini perchè il direttore di gara mantovano si è ripetuto, eccome, dopo la prova delirante del 25 gennaio scorso quando in quel di Torino (avversario la Juventus) negò un rigore solare a Jovetic ed annullò un gol regolare a Gilardino. Ieri ha negato un altro rigore, anch'esso solare, stavolta a Gilardino ed un altro che, se non proprio solare, era abbastanza evidente su Montolivo. Da più parti si invoca una presa di posizione da parte della società poichè gli episodi cominciano ad essere tanti, troppi, e dopo i quattro punti scippati contro Lazio e Juventus, il punto lasciato a Genova comincia a pesare.
La difesa è sotto accusa. Gamberini irriconoscibile, Dainelli sufficiente ma distratto (e comunque emerge se paragonato al "Gambero" di questo periodo), Comotto impalpabile, Pasqual colpevole sul gol decisivo di Mesto. Si salva Frey, anche ieri presente e lucido a se stesso, che comunque non può sempre fare miracoli. Non è che aveva ragione Corvino definendo il reparto arretrato da sei meno? Gli errori in attacco, poi, sono figli della scarsa vena dei suoi componenti. Mutu è ancora indietro di condizione (peccato perchè il romeno con la doppietta di Budapest aveva illuso tutti), Jovetic spaesato e sostituito dopo appena 54', Gilardino voglioso ma impreciso. Il risultato finale è un condensato di sterilità e meno male ci ha pensato Marchionni, che proprio punta non è, a tirar su le sorti dell'attacco viola.
Ed eccoci alle scelte discutibili. Ci riferiamo (ovviamente) all'undici mandato in campo da Prandelli a Marassi. Fa bella mostra di sè (finalmente dicono tutti) il MU-GI-JO' (Mutu-Gilardino-Jovetic) per poi ben presto accorgersi che la fascia destra è un corridoio che tarpa le ali al montenegrino, che Mutu si applica, rispetta le consegne, porta il pressing, ma il mestiere di punta è un'altra cosa e che Gilardino ha le polveri bagnate e fa fatica a reggere fisicamente l'urto. L'impressione è che nemmeno Prandelli fosse convinto della sua scelta. Era giusto provare, non è andata bene anche se sarebbe delittuoso non offrire un'altra chance ad un trio fatto di gioventù, tecninca e potenza. Il bambino e l'acqua sporca dicevamo. Quel neonato col giglio sul petto ha fatto vedere anche cose buone. I primi 20' di ieri sera per esempio: c'era una sola squadra in campo, la Fiorentina, e questo vorrà pur dire qualcosa. Poi Montolivo, che conferma appieno il suo ottimo momento di forma, dirige le operazioni e tenta la soluzione personale senza grande successo (eufemismo per definire una sfiga da competizione). Quindi i risultati delle altre squadre in lotta per un posto Champions. Detto del Palermo che giocherà stasera contro l'Inter, accogliamo con malcelata soddisfazione le sconfitte di Lazio, Roma, ed il pareggio del Milan, rimontato dal 2-0 a suo favore. "Last but not least", la professione di fiducia e di ottimismo percorsa da Prandelli, che comunque è cosciente che basta poco per salire o scendere le scale della gloria, ed il mercato di gennaio. Caliamo il carico da 11 proprio alla fine perchè i tempi sono prematuri ma, come dicemmo la settimana scorsa, la coperta è corta ed è preciso dovere di Corvino allungarla. La Fiorentina deve ripartire da quì, da questo clima di fiducia che, nonostante tutto, regna sovrano e da due acquisti di qualità. L'importante è che lo faccia con la serenità e la tranquillità di chi sa di non aver niente da rimproverarsi.