VENTURA A FV, BENASSI IN AZZURRO COI FATTI. BIRAGHI HA SAPUTO ASPETTARE. CHIESA...
Marco Benassi vive un periodo d’oro, suggellato dalla convocazione nella Nazionale azzurra. Il centrocampista della Fiorentina, capocannoniere del campionato pur con una partita in meno, potrebbe partire titolare nella gara che domani alle 20:45 vedrà l'esordio di Italia e Polonia in Nations League. Per parlare del momento del classe '94, e non solo, FirenzeViola.it ha contattato in esclusiva l’ex c.t. azzurro, nonché suo allenatore ai tempi del Torino, Gian Piero Ventura.
Ventura, lei conosce Benassi da diversi anni: si vedevano già le sue potenzialità quando lo allenava in maglia granata?
"Sicuramente, ma poi il fatto stesso che nonostante la giovane età fosse titolare di una squadra che giocava l’Europa League era ed è sinonimo di un calciatore che doveva solo avere pazienza di maturare. Sono felice per lui perché è un professionista e un bravo ragazzo, oltre che un ottimo giocatore. Lo vedo maturare mese dopo mese, l’Italia ci può contare".
Pioli quest'anno lo ha schierato come mezzala. Pensa sia il ruolo in cui potrà rendere al meglio?
"Credo che quello sia assolutamente il suo ruolo perfetto. In qualsiasi altra posizione si dovrebbe adattare, mentre come mezzala può rendere al massimo del suo potenziale perché si tratta di un giocatore che ha i tempi di inserimento".
E ora ha conquistato pure la Nazionale...
"Sì poi, come si dice, sarà il campo a parlare. Il problema della Nazionale è che si ha poco tempo per stare insieme, per conoscersi, quindi diventa più difficile amalgamarsi. Però c’è poco da dire: Benassi quella rosa se l’è conquistata con i fatti e non con le parole, per cui spero possa giocare".
Tra l'altro assieme ai compagni Chiesa e Biraghi, che lei convocò per lo stage contro il San Marino un anno e mezzo fa circa. Che idea si è fatto su di loro?
"Credo che Chiesa sia un predestinato, perché ha qualità e soprattutto umiltà. O almeno questo è il messaggio che manda ogni volta che scende in campo. Dunque sono certo che è sulla strada giusta per diventare importantissimo. Biraghi invece ha fatto un po’ di gavetta in silenzio e, quando arrivò a Firenze, dissi che i viola avevano fatto un buon acquisto: sono contento di aver avuto ragione. Cristiano ha saputo aspettare il proprio momento senza proclami".
Può essere un vantaggio il fatto che tutti e tre siano passati dalle giovanili azzurre?
"Questo credo sia un passaggio non importante ma fondamentale, perché la maglia dell'Italia pesa molto e serve abituarsi a portarla. Se hai la fortuna di farlo con la Nazionale minore, diventa poi più facile acquistare la giusta serenità per poter dare il massimo nella Nazionale maggiore".