SPECIALE FV, BERNAZZURRO. GLI AUGURI DELLA "SUA" CARRARA

Esclusiva di Firenzeviola.it
23.03.2016 11:00 di  Luciana Magistrato   vedi letture
SPECIALE FV, BERNAZZURRO. GLI AUGURI DELLA "SUA" CARRARA
FirenzeViola.it

"Siamo orgogliosi di te perché te lo meriti" è il saluto che la sorella maggiore Gaia dà attraverso Firenzeviola.it a Federico Bernardeschi per il suo debutto nella Nazionale di Antonio Conte. "Della convocazione me lo ha detto mio padre ed è stata una grande emozione, tanto che poi, in famiglia, ci siamo scritti via whatsapp perché non riuscivamo neanche a parlare. Fede era in ritiro per la partita, l'ho sentito solo domenica ed eravamo tutti molto contenti. Se lo merita per i sacrifici fatti e per la tenacia e la passione che ci mette. D'altronde fin da piccolo non pensava che al pallone e, quando usciva, per far capire che era tornato dava una pallonata alla porta" racconta la sorella del giocatore viola. D'altronde basta guardare un foto-racconto scritto da "Berna" a sette anni per capire che già allora aveva le idee chiare sul suo futuro. Alla domanda cosa vuoi fare da grande risponde "Il giocatore".
E lo stesso in bocca al lupo da Carrara, sempre attraverso FirenzeViola, glielo mandano proprio le persone che lo hanno visto crescere, come la vicina di casa, la signora Pierina che racconta "Era dispettoso e vivace però era tanto generoso, divideva qualsiasi cosa con gli altri bambini. Per me è un grande piacere che sia arrivato in Nazionale". La sua vita si svolgeva tra casa sua e la scuola materna dei salesiani, la Don Bosco, sul campetto della quale ha tirato i suoi primi calci per gioco. Suor Elisa tira fuori il registro del 1999-2000, ci mostra una foto e dice "Non abbiamo avuto problemi a riconoscerlo, è quello con il pallone in mano, anche quando andava a scuola alla Marconi, qua davanti, tornava sempre a giocare da noi. È uno di famiglia perché anche la mamma Paola giocava nella nostra squadra di pallavolo". "E Federico torna tuttora a trovarci, quando è a Carrara -aggiunge suor Lucia- L'ultima volta è stato qui l'8 marzo e abbiamo fatto una foto che tengo nell'ufficio. L'altra sera gli ho mandato un sms dicendo che ero felice per lui ma di rimanere sempre umile e lui mi ha risposto che resterà sempre lo stesso bambino e quello della foto. Qui gli vogliamo tutti bene e siamo tanto contenti". Suor Lucia tramite Firenzeviola.it gli invia anche un video messaggio di incoraggiamento.

Un in bocca al lupo particolare glielo manda anche Roberto Bruzzi, il suo primo allenatore, all'Atletico Carrara (che si allenava sul campo dove ora c'è la società Perticata che ci ha comunque aperto le porte). Allora Federico, soprannominato anche Montellino dalla mamma, si ispirava al milanista Sheva. Mister Bruzzi sprizza soddisfazione per il suo ex allievo al quale però dà anche un consiglio: "Io non ci credevo che potesse arrivare in Nazionale perché tanti bambini bravi poi si perdono, lui invece ce l'ha fatta. Ma mi raccomando Fede -lo mette in guardia - prendilo come un punto di partenza, non pensare mai di essere già arrivato perché c'è tanta strada da fare ancora e migliora il tiro col destro..." sorride.

L'ultimo saluto glielo fa invece Maman, la 'principessina' di casa Bernardeschi che ogni tanto va a Firenze ed al Franchi a vedere lo "zio Fede", per il quale stravede. E in campo anche lei, guarda caso, cerca subito un pallone. Il babbo Alberto, che lo ha sempre seguito anche a Crotone ("non lo abbiamo mai lasciato solo" dice la sorella) andrà anche a vedere la partita della Nazionale e il possibile esordio del figlio. Ma c'è un'altra persona ancora più felice del traguardo tagliato da Federico, è Gabriele, il futuro marito di Gaia (a luglio): per lui, viola sfegatato tanto da continuare ad andare spesso in curva al Franchi con gli amici, vederlo anche in azzurro è una doppia soddisfazione. Giovedì a casa sua ci sarà la "curva Fede": tutti a fare il tifo per l'Italia e, ovviamente, per Bernardeschi in particolare. Insomma a Carrara sono tutti felici e orgogliosi di quel bambino biondo sempre con il pallone in mano che finalmente ce l'ha fatta.