GINEPRINI A FV, Firenze è meta appetibile per la Cina
Nicholas Gineprini, scrittore ed esperto di calcio ed economia cinese, ha delineato una panoramica molto approfondita sul calcio cinese in esclusiva ai microfoni di "Garrisca al Vento!", programma a cura di FirenzeViola.it su TMW Radio.
Come spiegare questo boom e perché gli investitori cinesi si stanno concentrando sull'Italia?
"C'è una volontà governativa di fare grande il calcio cinese. Nel 2015 è stata pubblicata una riforma statale sul calcio e sull'educazione fisica. Il progetto è vincere i Mondiali entro il 2050, e l'obiettivo è rendere il calcio il prodotto numero uno dell'industria sportiva. Per Tevez le cifre sono più basse di quelle fatte circolare. La cosa su cui concentrarsi è l'espansione cinese in Occidente. Le squadre sono 21, dall'Atletico Madrid alla terza serie cinese. Più investimenti esteri, come la costruzione di stadi in Gabon, che ospiterà la prossima Coppa d'Africa. Suning ha anche obiettivi commerciali, oltre a quelli sportivi con l'Inter".
Firenze potrebbe essere una meta appetibile?
"Sì, perché il turismo cinese è molto forte in città e in tutta la Toscana. Essendoci una presenza cinese molto forte, credo che possa essere molto interessante per loro investire sulle infrastrutture".
Sono concrete le offerte per Kalinic?
"Sì, il Tianjin è una casa farmaceutica, e già lo scorso anno, quando era in seconda divisione, investì 40 milioni sul mercato. È una società che può permettersi certe cifre sul mercato. Anche lo Shangai, che è la squadra principale della città, ha disponibilità, anche se sta spendendo meno rispetto alle altre big. Parliamo di colossi finanziari, che potrebbero permettersi qualsiasi investimento, anche se hanno entrate irrisorie dal punto di vista del bilancio".
Che tipo di stipendio potrebbero riconoscere al giocatore?
"Per gli attaccanti ci assestiamo sugli 8-12 milioni di euro. Per i centrocampisti si va dai 5 agli 8 milioni. Hanno un vero e proprio tariffario. Il calcio cinese è ancora lontano dalla popolarità, ma si stanno espandendo con rapidità, specialmente nel mercato televisivo: ad esempio in Francia, USA e Africa è già trasmesso il calcio cinese. Con questo tipo di scelte vogliono renderlo più competitivo, e superare campionati occidentali di medio spessore, come quello russo.
Qual è l'obiettivo finale della Cina?
"La crescita dell'industria sportiva. Secondo il piano l'industria nel 2025 deve valere 750 miliardi di euro. L'industria calcistica è già cinocentrica: abbiamo Infront, che è di proprietà cinese, ma anche la stessa FIFA ha sponsorizzazioni cinesi. Hanno già in mano il calcio, ora devono far crescere il loro prodotto".
Lei che è conterraneo dei Della Valle, suggerirebbe una ricerca di investitori cinesi?
"Più che a una vendita, penserei ad una partnership. Abbiamo timore della Cina, ma ciò ci fa stare ultimi: la Serie A è la meno trasmessa e diffusa negli ambienti televisivi e social cinesi".