SFRUTTARE LA STANCHEZZA EUROPEA DELLA LAZIO E PROGETTARE IL FUTURO PARTENDO DA MONTELLA
Anche se nella capitale gli orari degli aeroporti sono ben lontani dai regimi, ferrei, della nostra “piccola” Peretola, per Petkovic si preannunciano 48 ore a dir poco impegnative. Esattamente come accadeva a Cesare Prandelli. Quando la Fiorentina studiava da grande, guarda caso, proprio allenandosi in Uefa per quelle che sarebbero state le due successive partecipazioni alla Champions League. Rientro a parte, e comunque i laziali atterreranno a Roma soltanto domattina, potrebbe davvero essere il momento migliore, per la Fiorentina, per andare ad affrontare una diretta concorrente come la Lazio.
Perché senza Klose e Candreva squalificato, e con le fatiche postume dell’impegno a Stoccarda, la Lazio potrebbe non essere un ostacolo insormontabile per i viola a patto che si ritrovi la brillantezza di qualche tempo fa, o più semplicemente il giusto equilibrio tra la consueta mole di gioco e l’incisività sotto porta dei vari Jovetic, Ljajic e Toni. Quest’ultimo, per la verità, domenica scorsa contro il Chievo ha comunque consentito alla Fiorentina di portare a casa tre punti (il gol di Larrondo è per gran parte merito suo) e si è dato un gran da fare, mentre Ljajic e Jovetic non hanno pienamente convinto come il 4-3-3 orfano di Cuadrado.
Il rientro del colombiano è perciò una gran bella notizia per Montella, che presumibilmente contro la Lazio potrebbe tornare al passato riproponendo il 3-5-2 dei mesi scorsi, e lo stesso Roncaglia in una difesa che dovrebbe tornare a tre. Tornare al passato, per inciso, significherebbe anche tornare a una sicurezza difensiva che negli ultimi tempi sembra smarrita. D’altronde lo stesso centrocampo soffre molto di più rispetto a inizio stagione e offre minore protezione, mentre i vari avvicendamenti tra i pali non sembrano aver giovato all’affidabilità di quello che era stato eletto come uno dei migliori reparti arretrati della Serie A.
Problemi e problemini con i quali Montella dovrà ancora una volta confrontarsi, forte però di scelte azzeccate nell’ultima gara, interna, contro il Chievo. Così come la squadra, da gennaio in poi, anche il tecnico viola è stato chiamato a reagire di fronte a un gennaio da incubo, e a un febbraio così così. Ma le risposte arrivate dall’Aeroplanino sono state più che incoraggianti, ed è per questo che la Fiorentina fa bene a continuare a credere in lui, anche e soprattutto per dare continuità al programma di questa stagione. Programmare tecnicamente con la certezza di un Montella in panchina, tra l’altro, consentirà al club di potersi concentrare su altri nodi futuribili, come quelli legati alle situazioni di Ljajic e Jovetic legate a doppio filo a quelle che saranno le eventuali offerte e le pretese dell'attesissimo Ramadani, prima o poi in arrivo a Firenze.