MERCATO VIOLA: POCHI COLPI MA GRANDI. LA SQUADRA DI DOMANI NASCE OGGI. NETO NON PUÒ ESSERE FELICE DI FARE PANCHINA NELLA JUVE: LA FIORENTINA TENTI L'IMPOSSIBILE. APRILE: LA PRIMA MISSIONE È LA FINALE DI COPPA

30.03.2015 00:00 di  Mario Tenerani   vedi letture
MERCATO VIOLA: POCHI COLPI MA GRANDI. LA SQUADRA DI DOMANI NASCE OGGI. NETO NON PUÒ ESSERE FELICE DI FARE PANCHINA NELLA JUVE: LA FIORENTINA TENTI L'IMPOSSIBILE. APRILE: LA PRIMA MISSIONE È LA FINALE DI COPPA
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© foto di Federico De Luca

Pradè prosegue il lavoro, Macia saluta, Rogg è sempre più direttore generale, mentre Cognigni resta al vertice della filiera dirigenziale di comando, appena al di sotto della proprietà. Le scosse di assestamento del management viola portano ad un nuovo corso anche sul mercato, grazie agli input dei fratelli Della Valle: qualche italiano in più e poi pochi colpi, magari pochissimi, ma di grande livello. Parlando di Fiorentina sono sicuramente due novità.
L’italianizzazione maggiore del gruppo serve per cementare il senso di appartenenza, per dare una mano al nostro movimento e anche all’immagine di una società, alla cui guida c’è una famiglia di imprenditori di fama planetaria. Proprio nella veicolazione e nella valorizzazione del “made in Italy”. Curioso, allora, vedere la Fiorentina in campo, talvolta (ma non è accaduto di rado) senza neppure un giocatore nato nel Bel Paese. 
I pochi, pochissimi colpi, ma buoni, anzi grandi, sono la risposta ad una politica che negli ultimi tempi ha privilegiato la quantità e non sempre la qualità. Anche se, questo va sottolineato, giocatori come Badelj e Basanta, sul lungo raggio, hanno dimostrato di essere all’altezza del loro costo. 
La Fiorentina, intesa come rosa, si trova adesso nella delicata condizione di dover salire l’ultimo gradino - quello che la deve portare dalla zona Champions alla lotta per lo scudetto - e per farlo ha bisogno di trasfusioni tecniche di gran valore. Un paio di innesti possono bastare su un telaio già competitivo, ma devono essere davvero di profilo internazionale. Per portare a termine questa missione servono quattrini e mira da cecchino. Il bersaglio non può essere sbagliato. I dirigenti viola hanno le idee chiare: se cercano elementi come Fernando, Darmian, Immobile e addirittura Verratti, tanto per restare a nomi molto gettonati, significa che sono pronti a lanciare l’ultimo assalto, quello decisivo. Senza dimenticare che appena a gennaio hanno assestato un bel colpo con Salah.
Si parla molto anche di Neto in questi giorni.

Si sarebbe rifatto sotto il Liverpool, respinto perché il brasiliano è già d’accordo con la Juventus. C’è solo un problema: Buffon non sembra intenzionato nei prossimi due anni a lasciare nemmeno una partita al suo vice. E forse qualcuno a Neto aveva promesso altro. Il brasiliano non può essere felice nel lasciare una delle migliori squadre italiane per andare a sedersi in panchina e non sappiamo neppure per quanto. Non può essere nemmeno esaltato dal fatto di andare alla Samp: tanto valeva giocare ancora a Firenze, dove le ambizioni sembrano più robuste rispetto a quelle di Genova, quantomeno in prospettiva. 
Se veramente Neto in queste ore sta (ri)pensando al suo futuro, crediamo che la proprietà viola - con il carisma che solo un patròn può avere - possa mettere in un angolo il portiere e tentare l’impossibile. Perché andare alla Juve a fare panchina non può rappresentare la scelta più giusta per un numero uno che ambisce a difendere la porta del Brasile al prossimo Mondiale. Nel calcio fino a quando non c’è la firma decisiva tutto scorre… 
Da oggi Montella riprende il lavoro nel mese più importante: l’obiettivo immediato è cerchiato nel calendario per martedì 7 aprile. In palio la finale di Coppa Italia. I viola devono far fuori la Juventus, ripartendo dall’1-2 di Torino. 
Nel Dna dei bianconeri c’è la voglia di non lasciare mai niente agli avversari e la prova di Dortmund rafforza certe convinzioni. La Fiorentina parte da una situazione di vantaggio, ma la qualificazione va raggiunta con gli artigli. Sarà una sfida molto difficile, ma la sera del 7 i viola potrebbero avere in tasca già un bel traguardo. 
Tornare in finale di Coppa Italia per il secondo anno consecutivo non sarebbe un’impresa, ma la certezza che la Fiorentina è cresciuta. Tanto.