JUVE RABBIOSA MA LA FIORENTINA NON PUÒ PAGARE RISARCIMENTI A NESSUNO
Questo diario settimanale attorno alla Fiorentina assomiglia sempre più a quello di un naufrago: non si vede mai terra. Se migliora il gioco (come a Catania), peggiora il risultato. Se qualche giocatore cresce, altri come Gamberini cadono in ingenuità pazzesche. E la classifica è sempre sulle spalle come un gufo nella sera.
Il povero Delio Rossi assomiglia più a Calimero che a Braccio di Ferro. Se a qualcuno venisse in mente di andare a Lourdes (senza voler essere dissacratori), c’e’ il rischio che qualche custode sconsolato rimandi tutti indietro perchè "qui non c’è niente da fare".
Siamo sempre più convinti che il repulisti sia poco, l’intervento dovrà essere duro e radicale. Chi avrà in mano la campagna acquisti dovrà essere bravo a vendere prima che a comprare, ma undici partite ancora da giocare con questa inedia sono una distanza infinita da percorrere.
Per fortuna arriva la Juventus, l’avversario ideale per far risvegliare antichi sentimenti, la voglia di partecipazione e anche l’orgoglio della squadra. Una volta questa era la partita dell’anno, poi una partita come tante quando la Fiorentina in tempi recenti era più della Juve. Siamo tornati alla base, una vittoria contro i bianconeri imbattuti (unica squadra in Europa) può rivalutare un’altra stagione in rosso e regalare un giorno da leoni dopo troppi da pecora.
Nel calcio a volte funziona più la psicologia della tattica e Delio Rossi è un buon motivatore. Al resto ci penserà il pubblico.
L’idea del parrucchino per sfottere Conte è simpatica, il calcio avrebbe bisogno di molta più ironia e di molte meno polemiche. Ci vengono in mente i livornesi quando andarono a San Siro con in testa la bandana berlusconiana. Altri tempi.
Tutti col parrucchino, allora. E noi, volendo, ne avremmo anche bisogno.
Parrucchini sì, parrucconi no.
E qui siamo ai discorsi del Palazzo del calcio e degli arbitri. Il criticabile silenzio stampa della Juventus è l’unica nota stonata in questa lunga vigilia. I bianconeri hanno ragione, il gol di Pepe era buono, ma non è questo un buon motivo per fare le vittime o cercare alibi. Andrea Agnelli ci ha deluso, un giovane dirigente dovrebbe adottare sistemi nuovi per cambiare un calcio malato e non rifugiarsi in pratiche moggiane.
E questa è la filosofia. La pratica fa temere che per la Signora sia pronto un risarcimento. Non vogliamo neanche prendere in considerazione un’ipotesi del genere, ma Nicchi e Braschi devono sapere bene chi mandano ad arbitrare Fiorentina-Juventus. E che partita è questa per la storia e per la cronaca. Toccasse a noi chiameremmo un arbitro straniero, ma questo è un altro discorso. Basterebbe un arbitro normale, impermeabile alle pressioni, capace di decidere solo con la sua testa e il suo fischietto. Chiediamo troppo? E’ il minimo perché anche Rizzoli a Parma non ci ha convinto. Per i gialloblù, arrabbiati più o meno come la Juve oggi, è stato fischiato un rigore dubbio. Guarda caso lo stesso Rizzoli non ha dato alla Juve a Genova un rigore per un fallo su Matri più o meno simile a quello di Cassani.
Allora, se non era rigore a Genova non doveva esserlo neanche a Parma. I pesi non sono tutti uguali e ci auguriamo che sabato non finiscano tutti sulle spalle della Fiorentina che ha già dato ampiamente.
Se qualcuno deve risolvere dei conti con la Juventus consigliamo di farlo in un altro posto e se possibile lontano da un campo da calcio dove noi sognatori continuiamo a pensare che vinca il migliore.
Enzo Bucchioni
Direttore QS Quotidiano Sportivo
(Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno)