FIORENTINA ALLO SFORZO FINALE. L’EUROPA NON È UN OBBLIGO MA SOLO UN SOGNO. DERBY DELICATO PER TUTTI. ITALIANO HA VOGLIA DI CRESCERE
C’è un curioso aspetto psicologico che caratterizza il calcio. Si tende a ricordare più spesso la parte finale di un percorso, piuttosto che l’inizio o tutto il cammino. Se giochi un pessimo primo tempo e una ripresa vincente, conta la seconda. Se succede il contrario la prima parte evapora. Se un centravanti segna 8 gol nelle ultime partite, si tende a dimenticare che nelle precedenti poche volte ha toccato palla. Se una squadra fabbrica due terzi abbondanti di stagione, ma fallisce il segmento conclusivo scatta il processo, ignorando ciò che si è verificato in precedenza. Non è necessario scomodare Freud per scoprire gli anfratti più reconditi del pensiero. Noi voliamo più basso perché parliamo di calcio. Ma è la prosaica realtà.
Per questa ragione il campionato che riparte oggi dopo la sosta (l’ultima) dà il via al tratto di stagione più importante, incerto, decisivo. La Fiorentina è chiamata allo sforzo finale, quello del dentro o fuori. Per fortuna, però, stavolta non c’è in palio il mantenimento della categoria, come verificatosi nelle tre deprimenti annate che hanno preceduto questa. No, adesso, i viola corrono per un posto in Europa, qualunque sarà. Andrà bene a prescindere. La chiave per aprire una porta che lasci alle spalle la lentezza della mediocrità.
Italiano e il suo branco sono ferocemente ambiziosi, pur conoscendo i propri limiti. Sembra un ossimoro, ma è solo una falsa apparenza. Se i confini di un perimetro si trasformano in orizzonti, allora il gioco è fatto. Facile da scrivere, diverso tradurlo in campo. Ma la volontà esiste. Aggrappiamoci a quella, con gli artigli e con l’orgoglio di una comunità che chiede senza pretendere. Questo è il passaggio determinante. Il sogno non può diventare un obbligo. Un capo di accusa nei riguardi di Italiano e i suoi giocatori: a loro nessuno ha ordinato l’Europa come traguardo. Rinfacciarli il mancato raggiungimento dell’obiettivo sarebbe operazione meschina. Il concetto dovrebbe essere chiaro per tutti, ma giova ribadirlo. A scanso di sgradevoli equivoci.
La conquista dell’Europa sarebbe stata già un’impresa con Vlahovic, figuriamoci senza. Domani alle 12,30 il derby della provincia di Firenze, sfida delicata per entrambe le formazioni. I viola hanno un solo risultato a disposizione per sperare di non restare a casa quando le altre giocheranno in Europa. L’Empoli può sperare anche nel pareggio per augurarsi di esibirsi in serie A anche nella prossima stagione. La salvezza per Andreazzoli non è una meta dura da raggiungere, ma va conquistata. E’ una derby delicato, dunque: bersagli diversi, sofferenze identiche.
Italiano è la vera novità della Fiorentina '21/22. E’ lui che si è imposto in una piazza prestigiosa, storica, quindi da maneggiare con cura. L’ex allenatore dello Spezia a Firenze è stimassimo, ma se è possibile, nel resto d’Italia ancora di più. Non c’è dichiarazione di addetto ai lavori che non cominci dal tessere le lodi di Vincenzo, sottolinenando la qualità del lavoro svolto. Fuori da Firenze si parla della “Fiorentina di Italiano”. C’è un timbro di riconoscibilità della squadra viola. Una sorta di marchio. E questo piace a tutti.
Italiano vuole crescere professionalmente, la sua fame di calcio e di asticelle da alzare è più forte di tutto. Italiano vuole diventare grande a Firenze, non altrove. Ma va aiutato e accompagnato. La sua ambizione deve essere la stessa della società. Non due velocità, ma la medesima. Questo il segreto del successo. E della felicità di chi ama la Fiorentina.