E’ IL MOMENTO DELLE DECISIONI, CORAGGIO CON GLI INVESTIMENTI: OCCASIONI COSI’ NON RIPASSANO… DIFENDERE E COMPRARE 3 GIOCATORI VERI

04.06.2018 00:00 di  Mario Tenerani   vedi letture
E’ IL MOMENTO DELLE DECISIONI, CORAGGIO CON GLI INVESTIMENTI: OCCASIONI COSI’ NON RIPASSANO…  DIFENDERE E COMPRARE 3 GIOCATORI VERI
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Falsini

Giugno è cominciato, con il suo carico d’estate e di aspettative. Sarà il mese delle decisioni: la Uefa dovrà stabilire se concedere o meno il preliminare europeo ai viola, mentre la società, a prescindere da questo tema, dovrà scegliere se alzare o meno l’asticella delle proprie ambizioni. Senza esagerazioni perniciose per il bilancio, ma con quel pizzico di coraggio proprio di chi non vuole vivacchiare. Ecco giugno, il periodo del dentro o fuori in tutti sensi, Europa e Firenze. Uscire dalla prima ci può stare, dalla seconda no, porterebbe a conseguenze nefaste. 

E’ una grande occasione, non ci sono dubbi: dopo la scomparsa di Astori, l’ambiente aspetta un dialogo diverso con la proprietà e un impegno economico più sostanzioso. Nonostante la botta devastante di Davide, la squadra ha tenuto la barra al centro, fino a lottare per il settimo posto a pochissimo dal termine. Il campo ha selezionato il lavoro di Corvino e Freitas, giudicando valida una pattuglia considerevole di titolari e da valigia la restante. 

La base c’è anche se la perdita di Badelj non sarà uno scherzo per diverse motivi, ma il club viola doveva averla messa in preventivo già da mesi, altrimenti avrebbe commesso un grave errore. 

Corvino lavora ormai da tempo su tre caselle: portiere, regista o mediano con buone qualità di organizzazione, attaccante esterno per il 4-3-3. Il monte ingaggi totale, escluso Pioli e lo staff, secondo la società deve assestarsi intorno ai 44/45 milioni lordi. Per la panchina il listino sarà più basso: i nuovi rincalzi dovranno guadagnare tra i 300-500mila euro netti. Dabo è l’esempio perfetto, il francese che tra l’altro si è rivelato un ottimo gregario, percepisce circa 350 mila euro. 

Non sarebbe male se proprio su questo fronte la società decidesse di alzare un po’ l’asticella. Le seconde linee devono essere l’arma in più. Senza dimenticare un altro particolare: un conto è il tetto stipendi, un altro è la distribuzione. Il discorso del livellamento salariale volto a non disturbare gli equilibri dello spoagliatoio, non ci ha mai convinti molto. Fatichiamo a comprenderlo. 

I giocatori sanno riconoscere la capacità di un compagno di squadra, collega di lavoro. Se arriva un nuovo acquisto che merita 2,5 milioni, ad esempio, e quindi aiuta a vincere, chi ne guadagna 800mila perché quello è il suo spessore, lo comprende oppure qualcuno glielo spiega, i dirigenti sono lautamente remunerati anche per questo. Nel calcio il livellamento orizzontale è sinonimo di mediocrità. La scala è verticale e porta alla qualità. 

L’occasione per ripartire esiste e la proprietà ha l’opportunità di coglierla, speriamo anche la volontà. Segnali contrari porterebbero ad un muro contro muro della tifoseria (nelle sua varie declinazioni) ben più duro di quello antecedente alla scomparsa di Davide. E’ tutto molto evidente, insomma. 

Una chance così difficilmente ripasserà, sarebbe utile cavalcarla con intelligenza. E allora il mercato deve svilupparsi due fronti: difendere il proprio capitale umano rispetto agli assalti che si moltiplicheranno nelle prossime settimane e contestualmente assestare tre colpi veri per la formazione della squadra titolari e almeno altrettanti, se non proprio dello stesso valore, per la panchina. Se Pioli desidera 16 titolari, il conto si fa alla svelta…