DIEGO, PAROLE SBAGLIATE: UN CLAMOROSO AUTOGOL. CHI SONO GLI AVVOLTOI? BASTA DIVIDERE FIRENZE. VANIFICATO IL LAVORO DI MESI. CON LA JUVE SERVE UN CENTROCAMPISTA IN PIÙ

19.09.2017 00:00 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
DIEGO, PAROLE SBAGLIATE: UN CLAMOROSO AUTOGOL. CHI SONO GLI AVVOLTOI? BASTA DIVIDERE FIRENZE. VANIFICATO IL LAVORO DI MESI. CON LA JUVE SERVE UN CENTROCAMPISTA IN PIÙ
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

E così, in una tranquilla domenica di settembre, abbiamo scoperto che a Firenze ci sono gli avvoltoi. Brutta storia. Inattesa, inutile e sbagliatissima nei tempi e nei modi. 

Le parole di Diego Della Valle offendono. Quando nel cielo roteano gli avvoltoi di solito a terra c’è una preda facile, un animale ferito da finire. A Firenze non è così. Non può essere così. Non sarà mai così.

A Firenze non ci sono gli avvoltoi e la Fiorentina non è un animale ferito. Non lo sarà neppure il giorno in cui i Della Valle dovessero decidere di andar via.

Sinceramente, prima di dire certe cose, Diego Della Valle avrebbe dovuto darsi un paio di quei morsi alla lingua tanto consigliati dai saggi. O, in alternativa, si può sempre contare almeno fino a cinque.

Purtroppo ormai è andata.

Del resto Ddv è questo, un uomo spesso di pancia, basta chiedere a Berlusconi, Renzi, Geronzi, gli Agnelli, John Elkann e a tutti quelli che di volta in volta si sono trovati sulla sua strada.

Stavolta (e non è la prima volta), è toccato ai fiorentini che, giustamente, non hanno preso bene le parole del patron viola. Sparare nel mucchio è la cosa più sbagliata e inaccettabile.

Chi sarebbero questi avvoltoi?

Della Valle faccia nomi e cognomi, se pensa ai tifosi è fuori strada. I tifosi non sono avvoltoi, neppure quelli che contestano.

I tifosi, da qualunque parte della barricata si trovino, sono in buonafede, fanno e dicono certe cose soltanto per amore della loro squadra, della loro maglia, della loro città. Non ci sono e non ci possono essere tifosi buoni o tifosi cattivi.

Magari possono sbagliare in certe espressioni e prese di posizione (purtroppo a volte è successo), ma gli avvoltoi stanno da qualche altra parte. 

La sorpresa per certe parole è ancora più grande se penso che arrivano dopo un’estate passata a cercare di riallacciare rapporti con la città, con i tifosi, con il tessuto sociale, con i quartieri.

Mesi e mesi a dirsi che è il momento di ritrovare unità, di ripartire su basi diverse, tutti assieme o almeno con un pensiero positivo in testa e un rapporto costruttivo ancora possibile.

E’ stato fatto un lavoro profondo, lungo e difficile. Anche i manager della Fiorentina sono stati e sono in prima linea. Basti pensare all’idea dei colori dei quartieri da abbinare alla Fiorentina. Gli stessi capi dei tifosi, anche quelli che non vedono in Della Valle il presidente ideale, hanno comunque lanciato messaggi costruttivi.

Il sindaco Nardella ha cercato di tenere assieme le parti, usando la diplomazia. Poi, due settimane fa ha fatto il grande passo verso Casette d’Ete per riaprire un canale che sembrava chiuso a giugno quando la Fiorentina è stata messa in vendita.

Ci avevano perfino descritto un Ddv improvvisamente tornato a pensare in viola. A interessarsi della Fiorentina, a dare consigli, a parlare e spronare Corvino.

Ci hanno raccontato del buon rapporto con l’allenatore Pioli. Anche i diciassettemila abbonati stavano a testimoniare che, nonostante tutto,  i tifosi hanno deciso di sostenere la Fiorentina.

In tutto questo terreno fertile o comunque praticabile, d’improvviso affonda la spada di Ddv che ricomincia le ostilità.

Non ce n’era bisogno.

E allora, siccome mai niente avviene per caso e Della Valle è un imprenditore scafato, mi chiedo perché?

Perché queste parole? Qual è l’obiettivo?

Forse ha ripensato tutto il rapporto con Firenze? Forse pensa che spaccare sia la strada più facile per andar via? Non lo so.

Se è così, basta dirlo.

I tifosi sono sereni e l’hanno dimostrato proprio in questa estate difficile. Un’estate d’amore.

Se davvero ci fossero stati gli avvoltoi a girare nel cielo, ci sarebbero state contestazioni dure a Moena, durante le amichevoli inguardabili. Sarebbe stata boicottata la campagna abbonamenti, sarebbe stata assediata la squadra dopo due sconfitte. Niente di tutto questo è successo. Anzi, è successo proprio il contrario. La Fiorentina è stata accompagnata con curiosità, aspettando la crescita di una squadra giovane e piena di volontà.

E allora?

Spero, nell’interesse della Fiorentina, che ancora una volta prevalga l’amore per la squadra. E se, in questa nuova bufera c’è ancora spazio per un bicchiere mezzo pieno, attacchiamoci al fatto che, in fondo, Ddv è tornato a parlare di Fiorentina, a mostrare il suo interesse. Come ai tempi dei rosiconi e di mamma Ebe.

Diego a volte trae linfa dalle polemiche e dalle battaglie, speriamo utilizzi queste energie e la sua vis polemica per dimostrare a questi presunti avvoltoi, che lui alla Fiorentina ci tiene davvero. E la vuole fare grande.

Questa è l’unica strada praticabile per rendere meno amara la pillola di parole troppo dure da ingoiare. Vedremo.

Intanto teniamo fuori la squadra dalle polemiche. Lasciamola lavorare, lasciamola crescere. Qualcosa si è visto, qualcosa è migliorato, ma la strada è ancora lunga.

La partita dell’anno, quella con la Juve di domani sera, sarà comunque un modo per dare ancora più senso a quello fatto fino ad oggi. In certe sfide impari la Fiorentina si esalta e riesce a dare il massimo. La rabbia, la voglia di andare oltre i limiti, sono il carburante giusto.

Per provarci, ci dovrà essere qualcosa capace di andare oltre i mezzi tecnici. A volte è successo. Può succedere ancora. Su queste motivazioni lavorerà Pioli ma, secondo me, servono anche correttivi tattici. Andare a Torino con due centrocampisti, cercando di sfidare la Juve sul terreno del gioco, potrebbe rivelarsi un errore. Mi pare che la Fiorentina non sia ancora pronta a certi livelli. Io la giocherei con la difesa a tre Pezzella, Astori, Hugo; Laurini e Biraghi sulle fasce; Benassi, Badelj e Veretout a centrocampo; la velocità di Chiesa e Simeone davanti. Ma c’è sempre il 4-3-3 con Benassi a centrocampo e davanti Chiesa a destra e Thereau esterni con Simeone centrale. Vedremo. L’impressione è che Pioli cambierà poco, fondamentali saranno le motivazioni. Gli avvoltoi esistono solo nella fantasia di Ddv, pensate a giocare.