DAVIDE, IL CAPITANO D’ITALIA. EUROPA, PERSI DUE PUNTI: NE SERVONO 29 IN 16 GARE. COPPA ITALIA OBIETTIVO NUMERO UNO. EDIMILSON TREDICESIMO MARCATORE
Quando lo speaker della stadio di Udine, durante il riscaldamento, ha ricordato Davide Astori e lo ha definito “il Capitano d’Italia” l’emozione è salita forte. Un titolo che racchiude il sentimento del calcio nei riguardi di questo splendido uomo che ci ha lasciati a Udine il 4 marzo di un anno fa. E’ stata la cosa più bella di un pomeriggio in chiaroscuro per la Fiorentina. Perché se passiamo subito al campo non resta che la rabbia. Quella di aver perso due punti importanti nella rincorsa all’Europa. Non che la Fiorentina abbia fatto il massimo per ottenerli, però resta il dispiacere di non aver sfruttato l’occasione contro un avversario più debole, seppure chiuso a doppia mandata e con un obiettivo nitido: giocare per non perdere. Per carità, legittimo quando ci si deve salvare, ma rimane il fatto che affrontare squadre così rinunciatarie non è facile. Nessun alibi per la Fiorentina, solo una sottolineatura perché d’ora in poi di formazioni così ce ne saranno molte. Il girone di ritorno è molto diverso dall’andata: fino a dicembre si fanno propositi di calcio estetico ed esperimenti, da gennaio diga davanti alla difesa e via andare. Il paradosso è che la Fiorentina, ormai diventata una contropiedista raffinata, sia stata colpita dalla stessa arma. Da un corner a favore beccare una ripartenza in quel modo significa essere superficiali. Se Pioli si arrabbierà e si farà sentire nello spogliatoio avrà valide ragioni. Il primo tempo viola è stato brutto, tanto che l’Udinese ha avuto due chance, una con De Paul clamorosa e un’altra con Pussetto dopo un errore di Veretout - per il francese stavolta pessima prestazione, suo anche lo sbaglio sul gol friulano -. La Fiorentina avrebbe potuto segnare con Pezzella, ottima la respinta di Musso. Il secondo molto meglio ed è stato bravo sempre il portiere dell’Udinese. In quella frazione si è avvertita la percezione che la Fiorentina avrebbe potuto vincere e invece alla fine non è stato così. In compenso il gol di Edimilson, bello come esecuzione, è stato il primo in Italia e ha fatto diventare lo svizzero il tredicesimo marcatore dei viola, insomma la cooperativa del gol viola funziona.
Torniamo ai punti: rimangono 16 partite e per arrivare ai 60 totali - che dovrebbero garantire l’Europa - ne mancano 29. La strada sembra in salita anche se i giochi sono aperti, il problema è che la Fiorentina dovrebbe cominciare a fabbricare un filotto di vittorie.
In alternativa c’è la Coppa Italia: in questo caso basterebbe azzeccare 3 gare per alzare un trofeo che manca alla Fiorentina dal 2001, praticamente un’era geologica del calcio… Le 3 partite hanno un coefficiente di difficoltà altissimo ma sono comunque poche, ecco perché la Coppa Italia può diventare l’obiettivo primario della stagione. Ciò non significa trascurare il campionato, ma puntare le carte decisive sulla Coppa. Giusto? Sbagliato? Ognuno conserva la propria opinione, ma è innegabile che il tema sia di grande attualità.
C’è da dire che la Fiorentina può aver pagato a Udine la terza gara di una settimana complicata per gli sforzi prodotti, mentre adesso avrà sette giorni per preparare il confronto col Napoli di Ancelotti. Una sfida quasi impossibile, ma la Fiorentina giocherà in casa e i tifosi potranno fare la differenza…