C'E' DA FARE..
Non erano dei campioni dopo il pareggio di Torino, non sono dei brocchi dopo la sconfitta di Udine; ma, dopo l'ultima gara dei viola in campionato per quanto riguarda l'anno solare 2010, un primo bilancio sulla Fiorentina targata Sinisa Mihajlovic lo si può tracciare. Ovviamente, in questa sede, dedicheremo particolare attenzione a come è stata costruita la squadra gigliata ed a quelli che potranno essere gli eventuali correttivi da apportare ad essa. La classifica parla chiaro: indipendentemente dai risultati degli incontri in programma domani, la Fiorentina registra un ulteriore peggioramento rispetto a come aveva chiuso la stagione 2009/2010. E questo nonostante, come è stato più volte ribadito dai dirigenti gigliati, siano stati trattenuti tutti i "pezzi da novanta", e nonostante siano stati fatti un paio di innesti che giudichiamo di buon livello. Sarebbe troppo semplice affermare che probabilmente non bastavano questi ultimi. Riteniamo più giusto dire che non c'è stata quella rivoluzione che probabilmente era necessaria. E' cambiato allenatore, ma non è cambiato lo schema ne' tantomeno il gioco -ammesso che si possa cambiare una cosa che non esiste- ma, soprattutto, sono rimasti insoluti vecchi problemi: Tomas Ujfalusi aspetta ancora il proprio erede, tutta la corsia sinistra è una pista da corsa perfetta per le scorribande avversarie, si attua il 4-2-3-1 quando in rosa si ha un solo vero centrocampista di interdizione ed una sola punta centrale di livello, che, tra l'altro, non ha le capacità -nonostante si stia parlando di un grande campione- di far salire la squadra e fare reparto da sola. Sarebbe bello poter sperare in un cambiamento radicale come quello messo in atto dai Della Valle nella stagione 2003/2004.
Ma, rispetto ad allora, gli stessi Della Valle sono cambiati, così come è cambiata la Fiorentina, Firenze e l'Italia intera. Inoltre allora c'era un traguardo importante da raggiungere ad ogni costo, ora c'è solo una stagione da salvare, ovvero far sì che quella attuale resti un'annata di transizione senza trasformarsi in un fallimento o in qualcosa di peggio. Restiamo dell'idea che la sessione di mercato che si aprirà tra poco più di due settimane sarà abbastanza movimentata in casa viola, anche se terribilmente difficile. In altre parole, Pantaleo Corvino non potrà sbagliare un colpo: la rivoluzione di cui parlavamo -che, sia chiaro, non richiederebbe 12 acquisti come nell'anno della B ma solo cessioni ed innesti mirati- sarà rimandata all'estate prossima, ora sarà fondamentale tagliare alcuni rami secchi e colmare le lacune più evidenti. Un lavoro difficile, lo ripetiamo, quasi chirurgico, ma del quale la Fiorentina non può più fare a meno.