LA SOTTILE VENDETTA DI FIRENZE
Gioia nella gioia: la vittoria a San Siro per i tifosi viola ha il sapore del miele. Può accadere, nella vita, che vincere contro il Milan a Milano valga doppio. Da domenica sera una dolcezza morbida, che prescinde dai tre punti, avvolge il palato dei fiorentini.
Nella settimana che ha preceduto la gara, in città non si è parlato d’altro che della prima volta da ex di Riccardo Montolivo. Discorso stucchevole e noioso, perché il burrascoso divorzio, a suo tempo, ha tenuto banco per mesi, fino allo sfinimento. Discussioni sterili e pretestuose perché la verità rimarrà per sempre chiusa nelle segrete stanze, così come l’equa ripartizione dei torti e delle ragioni. Il tornarci sopra, da parte di alcuni protagonisti, ha finito solo per rinfocolare gli animi. Del resto, Firenze è sempre stata divisa sul giocatore. Per sette anni sostenitori e detrattori si sono fronteggiati sugli spalti, nei bar, sulle pagine dei social network, ma tutti pronti, per il bene della Fiorentina, a concedere tempo e ulteriori opportunità. I tifosi hanno vissuto una personalissima versione di “Aspettando Godot”, attendendo - con minore o maggiore pazienza - il calciatore che doveva consacrarsi campione e diventare quel faro di centrocampo, in grado di illuminare il gioco e il destino della Fiorentina.
Non è stato così e oggi pare non bastare la presenza di sostituti in grado di cancellare il rimpianto e la nostalgia. Son tanti i sentimenti che si possono provare per gli ex: tutto varia a seconda di come si è consumata la storia e di come si è arrivati alla separazione. La vita è fatta di scelte, di progetti non condivisi, di obiettivi che diventano divergenti, di corrispondenze di amorosi sensi che si annacquano e si stemperano nell’insoddisfazione di un menage che toglie stimoli e aspettative. Lecito andarsene, lecito porre fine ad un matrimonio vissuto da separati in casa. Firenze, spesso e volentieri, spesa i nemici con l’indifferenza, ma quando si sente delusa e ferita sa diventare vendicativa. Ancora non è in grado di ignorare il calciatore, perché nutre rabbia per le lunghe e infruttuose attese, per le occasioni mancate e perdute e per quel chiacchierato addio a parametro zero, che ha impoverito le casse della Società. Ha bruciato lo schiaffo del rifiuto, ha ferito la voglia di andar a cercare gloria e fortuna altrove, ha umiliato sentirsi “colpevoli” di non poter offrire niente di più. Ognuno fa le proprie scelte e ne paga il prezzo. Niente, però, è certo nella vita perché, alle volte, il destino si diverte a mescolare le carte. A questa mano il fato ha deciso di sorridere ai fiorentini, sovvertendo pronostici e riscrivendo il copione, in cui i fiorentini han potuto vestire i panni di Nemesi. La Fiorentina non ha solo battuto il Milan, ma ha schiaffeggiato le ambizioni di chi ha pensato di volare in Paradiso in compagnia del Diavolo. Un Diavolo che, cammin facendo, si è rivelato meno bello e attraente di come qualcuno lo aveva immaginato e che domenica pomeriggio la Fiorentina, con 3 calci, si è presa la rivincita di aver riavvicinato all’Inferno.