"AMARCORD", Gennaio 93', dopo 8 sec. Agroppi e la Fiorentina erano già in B
Meno otto all’alba della Champions League. Udinese – Fiorentina è partita di cartello in chiave europea con i friulani in grande rimonta, e squadre speculari anche nelle assenze. Viola senza la spina dorsale Gamberini, Liverani, Mutu e bianconeri privi dei due centrali difensivi titolari Felipe e Zapata. I precedenti vedono in netto vantaggio la Fiorentina con 27 vittorie e 13 sconfitte sui 63 confronti disputati in serie A, e supremazia viola anche in terra friulana con 10 vittorie e 8 sconfitte su 31 precedenti. Se aggiungiamo che la squadra di Prandelli in questo campionato ha retto bene l’urto delle assenze di Mutu e Liverani, battendo addirittura la Juventus senza il loro tasso di classe, vediamo che il match del Friuli nasce sotto i migliori auspici.
Quest’oggi, però, ci indirizziamo su un amarcord un po’ particolare perché ricorderemo due episodi unici ed allo stesso tempo di segno opposto attenendoci al regime elettorale di par condicio. E’ il 10 gennaio 93’, e da sette giorni la Fiorentina ha un nuovo allenatore, Aldo Agroppi. L’improvvido Vittorio Cecchi Gori, infatti, aveva cacciato Gigi Radice dal Paradiso viola, reo di una sfortunata sconfitta casalinga contro l’Atalanta. Il tecnico piombinese da parte sua non fu certo fortunato e mentre era ancora intento a spolverare la panchina, subì un gol dopo appena 8 secondi nella partita d’esordio, proprio al “Friuli” di Udine. E’ tuttora un record imbattuto e il 4-0 finale per l’Udinese fece intravedere lo spettro della B che si manifesterà qualche mese dopo. Tutt’altro clima, invece, il 31 agosto 97’ quando, dopo la terza prodezza di Batistuta che si traduceva in un trionfo insperato, un Giamburrasca agghindato alla bisogna, con polo d’ordinanza e pantaloncini bermuda, si produce in uno scatto braccia al cielo, sotto la curva viola. Lo stato di trance era evidente ed ancora oggi Alberto Malesani gode di un credito illimitato presso il tifo viola, grazie a quei cento metri di “Fuga per la vittoria”.
La chiusura stavolta è d’obbligo. All’andata fu una giornata funesta in tutti i sensi con la sconfitta “leggera” dei viola per 2-1 e la perdita “pesantissima” del tifoso laziale Gabriele Sandri. Sono passati 5 mesi e per un attimo ci spogliamo da ogni fede calcistica e colore politico, per dedicargli un breve ma doveroso ricordo.