"OCCHI PUNTATI SU..." Una Fiorentina piccola... così
Facciamo finta di essere al bar Marisa. Comincia uno, a caso... “Allora, mettiamo un punto a Catania, due in più a Parma e fanno tre. Quanti ne abbiamo oggi (chiede il tifoso)? 45 (risponde un altro). Più tre (riprende il primo?), 48 (ribadisce il secondo). Quant'ha fatto la Juve stasera? (ancora il primo) Ha perso e di brutto (chiosa di nuovo il secondo) ed è rimasta a 48... Insomma (conclude il primo che ha finalmente realizzato l'amara realtà) con uno sforzino in più s'era alla pari de'gobbi (nel mentre si alza per dare un'occhiata alla classifica) a uno dal Napoli e a tre da Palermo e Sampdoria...” “Che sono quarte, cioè in Champions League” (agita il coltello nella piaga il secondo). Dialogo immaginario, colorito, verace, simulazione dello stereotipo svoltosi in uno dei tanti bar Marisa sparsi per la città. Sono passati pochi minuti dal posticipo serale tra Udinese e Juventus che ha riaffermato (caso mai ce ne fosse bisogno) come la Fiorentina stia buttando via un'occasione irripetibile di arrivare al quinto miracolo (per dirla alla Corvino) in cinque anni. Eppure bastava poco: bastava non sbagliare l'approccio alla partita a Catania, non prendere un gol incredibile dal diversamente alto Mascara, e non spedire in campo Donadel senza paracadute che (per la terza volta dopo Roma e Milan) entra in campo, si butta in area viola per aiutare i compagni difensori (intento ammirevole, per carità, però...) e causa, suo malgrado, tre gol che fruttano un misero punto in tre partite (ricordate? Palla persa malamente alla tre quarti ed il Milan pareggia con Huntelaar, in ritardo su Vucinic al momento della battuta vincente sottomisura del montenegrino, fino alla sublimazione del Tardini...)
Non è solo colpa di Donadel, ovviamente, bensì di una Fiorentina piccola piccola, che (a nostro parere) sembra non crederci più di tanto, e con lei il suo allenatore. Ci spieghiamo meglio: a parte il mancato utilizzo del terzo cambio di Parma con un Babacar in grande spolvero ma, ahimè, relegato in panchina, e a parte l'ennesimo approccio sbagliato dopo Catania (anche contro i ducali, pronti via, retropassaggio suicida di Natali e si è sfiorato il remake del Massimino), quello che colpisce è il piglio troppo soft, l'assenza di cattiveria nei comportamenti generali, l'indolenza che traspare in molte giocate, la carenza di cinismo nel chiudere partite come quella di ieri contro il Parma. Per fortuna le concorrenti continuano a perdere, continuano a rallentare, la quota Champions non è mai stata bassa come quella di quest'anno. Ma la Fiorentina vivacchia, in attesa del ritorno della semifinale di coppa Italia contro l'Inter del 13 aprile prossimo. Perchè sta proprio qui il punto: sembra che i viola attendano solo quella partita (importantissima, ci mancherebbe) dimenticando le altre strade che portano all'Europa. Sfiducia? Poca voglia di reiterare l'impegno per più partite? (ne mancano sei alla fine del campionato) Certo meglio concentrarsi su una (al massimo due) fatte bene in coppa ed usare il campionato come allenamento. Sembra pensarla così anche Prandelli che centellina Vargas, protegge fino alla fine Marchionni, schiera uno Zanetti francamente impresentabile per fargli mettere minuti nelle gambe (ed intanto lui si fa ammonire e va in diffida) sacrifica Bolatti in panchina non ritenendolo ancora pronto per il nostro calcio. Insomma, piccole mosse, piccoli accorgimenti per arrivare al 13, di fronte a Borgonovo, al massimo della condizione. Senza contare che 20 giorni dopo (il 5 maggio) ci sarà la finale di coppa Italia e nel caso (autorizzati gli scongiuri) ci fosse la Fiorentina, il recupero completo degli infortunati sarà ancor più importante. Al momento, però, ci tocca vedere una Fiorentina piccola piccola, che fa il suo, senza guizzi, senza svolazzi, senza entusiasmo (lo ha detto Prandelli) in attesa del grande evento del 13 aprile. Vedremo se sarà stata la scelta giusta. Intanto, con uno sforzino in più (lo diceva prima quel tifoso) si era a tre punti dalla Champions League, con un piede tra di noi e la porta della Champions che non vorremmo chiudere. Oggi sembra davvero dura, sopratutto vedendo la Fiorentina diesel del Tardini.