"OCCHI PUNTATI SU..." La caduta del 'fortino'
C'era una volta un rettangolo verde, una tifoseria, uno stadio che, sguazzando nella più banale delle frasi fatte, rappresentava il 12° giocatore in campo. C'era una volta una difesa, che qualcuno il primo giorno di Cortina osò definire da sei meno, che per quattro anni era stata tra le migliori della serie A, con il picco della stagione 2006-2007 quando (addirittura) si laureò la miglior difesa del campionato. Ecco, la sintesi della stagione della Fiorentina sta tutta quì: nella caduta rovinosa del "fortino" (come lo chiama Prandelli) del "Franchi" e nell'annata disastrosa di una difesa che nelle ultime 25 partite è riuscita una sola volta a mantenere la porta inviolata, realizzando 41 reti e subendone 37. L'eccezione che conferma la regola si materializzò alla 29° giornata (era il 20 marzo) in occasione di Fiorentina-Genoa e quel giorno Frey non credette ai propri occhi. Ancora numeri: dicevamo del fortino, rocca inespugnabile un tempo, al secolo l'Artemio Franchi. Quella contro l'Inter è stata la settima sconfitta casalinga della Fiorentina 2009-2010, un record negativo per Prandelli. In campionato i viola hanno perso nell'ordine con Napoli, Parma, Bologna (tre avversari certamente non impossibili) Roma, Milan e Juventus, mentre in Champions League percorso netto, anzi...nella riedificazione del fortino europeo sono cadute corazzate come Liverpool, Bayern e Lione. Ma c'è di più: quello che ha dato noia della sconfitta nella semifinale di Coppa Italia è stata la remissività mista a rassegnazione con la quale i viola hanno accettato (subìto) il verdetto del campo. Eto'o ha segnato al 57' e c'erano altri 37' (33+4 di recupero) per tentare l'impossibile (3 reti senza subirne altre) o in alternativa far vedere che la squadra ci credeva, che avrebbe mangiato l'erba prima di deporre le armi, per rispetto dei tifosi, per far bella figura davanti a Stefano Borgonovo. E invece niente, il vuoto cosmico, il nulla integrale, solo un fastidioso tic-toc con i nerazzurri totali padroni della situazione impegnati in una melina irridente.
Torniamo per un attimo alla difesa. Le ragioni della debacle sono diverse, tutte giuste, tutte valide, e la colpa (come sempre) morì fanciulla: Seba Frey non è nemmeno lontano parente di quello della scorsa stagione, di quello (tanto per intendersi) che da solo parò l'imparabile contro la Lazio in casa, vincendo praticamente la partita da solo. Davanti a lui un centrocampo morbido, senza filtro, formato da Montolivo e Zanetti e sopratutto la mancanza di Gamberini, vero e proprio baluardo e garanzia di protezione. Vogliamo metterci anche la cessione di Dainelli e l'arrivo di Felipe? Un cambio capestro (per il momento) dentro e fuori dal campo, visto che l'ex-capitano era un collante formidabile per lo spogliatoio e che (lo sappiamo per certo) manca moltissimo a tutti. Dicevano i saggi di un tempo: una squadra vincente si costruisce dalla difesa perchè... "l'importante è prima non prenderle", poi il resto viene da sè. Oppure...i campionati si vincono in casa (la media inglese fu inventata per questo), sottintendendo e dando per acquisito l'andamento positivo tra le mura amiche per chi aveva velleità di successo. Due "must", due postulati che la Fiorentina 2009-2010 non è riuscita a dimostrare ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Adesso mancano 5 partite, 5 esami, come gli ha definiti Prandelli. Adesso i giocatori viola sono tutti sotto giudizio (a cominciare da Vargas che ieri sera l'ha fatta grossa) perchè l'anno prossimo certi errori non saranno ammessi, sia che si giochi ai "campini", sia che si giochi in Europa.