QUELL'ABITUDINE DEL GIOVEDÌ SERA
Fa effetto ritrovarsi spettatori dell'Europa. Un anticipo della sensazione era già arrivato in estate, se non proprio osservando i preliminari di Champions del Napoli quanto meno tenendo d'occhio quelli di Europa League del Milan, ma adesso alzi la mano chi non rosica. D'accordo, la due giorni di Champions inaugurata dal ko della Juve a Barcellona non è stata affare dei viola negli ultimi anni, ma l'appuntamento del giovedì sera era invece diventato un'abitudine.
Sono gli effetti di uno stravolgimento che la società viola aveva sempre e comunque procrastinato nonostante la storia di Sousa si fosse interrotta, di fatto, dopo la sconfitta col Borussia Moenchengladbach. La rivoluzione guidata da Corvino sul mercato ha cambiato una squadra che già negli ultimi 2 mesi della precedente gestione aveva messo il pilota automatico. E poco cambia che, alla fine, la differenza l'abbiano fatta due gare scriteriate come quelle giocate con Empoli e Palermo. Quella Fiorentina, francamente, l'Europa non l'avrebbe meritata.
Sarà invece tutto da capire se questa Fiorentina, quella di Pioli, meriterà l'accesso alle competizioni continentali o meno. Nella calda estate dei tanti addi, e dell'allontanamento dei Della Valle, la società si è guardata bene - giustamente - dal fornire obiettivi specifici e ambizioni esagerate, scegliendo un più cauto basso profilo. E nemmeno la vittoria di Verona, in tal senso, può e deve alimentare sogni di gloria. Siamo appena alla terza giornata, di esami da affrontare ce ne sono ancora troppi.
Ma è certo che riprendersi quell'impegno europeo del giovedì può e deve essere uno dei motori principali della Fiorentina a caccia di stabilità e serenità. Perchè in attesa di capire bene quale sarà la dimensione in campionato di questa squadra è indubbio come la dimensione europea degli ultimi anni fosse quanto di più adeguato al'universo viola.