PIOLI ADDIO, NON SARA’ CONFERMATO. MA E’ IL FALLIMENTO DI TUTTO IL PROGETTO TECNICO DI CORVINO. VIA ANCHE FREITAS. PIACE DE ZERBI DEL SASSUOLO, RITORNO DI FIAMMA PER DI FRANCESCO
Pioli non sarà confermato, la Fiorentina ha deciso di non esercitare l’opzione per il terzo anno e a fine stagione l’allenatore sarà libero. La sfiducia che si era ampiamente percepita nelle ultime settimane, fra silenzi e perplessità che uscivano dal mondo viola, è diventata realtà.
Un divorzio che non sorprende, quasi obbligato visto il fallimento del progetto tecnico con la Fiorentina ben lontana dagli obiettivi fissati (settimo posto) e ancora una volta fuori dall’Europa League. Ma soprattutto visto il rendimento della squadra che ha dimostrato sempre un grande carattere, voglia, attaccamento alla maglia, uno spirito straordinario, la capacità di non mollare mai, ma che raramente ha convinto per gioco, personalità tattica e capacità di interpretare le partite, legata solo agli spunti dei singoli (Chiesa soprattutto) e ai recenti gol di Muriel.
La Fiorentina non ha mai dato l’impressione di essere squadra vera, troppo spesso in difficoltà anche con formazioni minori (sofferta perfino la recente vittoria con il Chievo) e faticosamente alla ricerca di una identità. Una squadra precaria.
E paradossalmente ha fatto peggio del campionato scorso, un anno di esperienza e di conoscenze in più non si sono visti, alcuni giocatori hanno fatto passi indietro (Simeone, Veretout, Milenkovic), altri non sono mai stati inseriti stabilmente (Norgaard, Dabo, Hancko), altri trascurati per mesi (Laurini e Ceccherini).
Insomma, un bilancio deficitario che rispecchia esattamente la posizione in classifica, un triste decimo posto lontano sette punti dal settimo posto e con ben quattro squadre davanti. Una montagna da scalare. Guardandosi dietro, a soli tre punti, c’è una neopromossa come il Parma. I numeri sono impietosi.
Non serve uno scienziato di Coverciano per capire che siamo al fallimento di un progetto tecnico. Fallimento che accompagna il percorso viola da tre anni e va oltre Pioli e le capacità di un discreto allenatore che un genio non lo è mai stato.
Ma nessuno si vuole assumere le responsabilità, nessuno riconoscerà mai le falle di un inaccettabile ridimensionamento tecnico o le responsabilità del direttore generale Pantaleo Corvino vero colpevole del fallimento, ma ancora vero uomo della proprietà nonostante tutto. Così non resta che dare la colpa a Pioli. Facile, scontato. O fare andar via Freitas.
Di fronte alla terza stagione consecutiva non da Fiorentina, sono saliti su un sommergibile tutti i trombettieri e il club della bistecca è diventato vegano. Spariti. Dove sono quelli del mercato da otto, del Corvino miglior operatore di sempre, della squadra che vale 500 milioni e di altre leggerezze tecniche frammiste a culto della personalità?
Era già evidente l’estate scorsa che era stata costruita un’altra squadra imperfetta, piena di lacune, senza un regista, con un portiere troppo giovane, senza un esterno destro, senza un sostituto di Simeone (è arrivato solo a gennaio). E poi troppi esperimenti, troppi giocatori in prestito, altri inutili. Sono rimasto per mesi da solo nel sottolineare errori ed omissioni, a volte circondato, e me ne vanto perché sottolineo gli errori solo perché vorrei una Fiorentina degna del suo nome. Non sono contento, ovvio, di avere avuto ancora una volta ragione, mi rammarico solo del fatto che una critica più attenta potrebbe invece aiutare i Della Valle nello loro riflessioni e i tifosi nelle loro decisioni: avanti così non si può più andare. E’ il momento di chiedere chiarezza con fermezza e scusate la rima.
Pioli è persona onesta e serena, ha capito ampiamente prima di noi che in questo clima fallimentare sarebbe diventato lui e solo lui, il capro espiatorio. E allora prima di farsi dire <è stato un piacere> con sorrisini compiacenti, ha anticipato gli eventi e per primo l’altra sera in Tv ha fatto sapere: <Ho già deciso il mio futuro>.
Parole che andavano lette e molti hanno fatto finta di non capire. Pioli, per dignità, ha deciso di tirarsi fuori. Quando ha rivelato <al di là delle clausole, io ho già deciso>, è stato chiarissimo. Corvino in primis, ma anche i Della Valle in seconda battuta, lo ritengono responsabile della mancata crescita del gruppo e lui non resterà a lavorare fra scetticismo e perplessità, sentendo attorno poca fiducia, i dubbi e il chiacchiericcio tipico.
Ma, attenzione, non resterà neppure se dovesse vincere la coppa Italia. L’impresa è difficilissima, al limite, ma in teoria possibile. Comunque anche in quel caso, Pioli se ne andrebbe con un titolo in bacheca senza rimettersi un’altra volta nel tritacarne, dentro un progetto con poco futuro tecnico. Ma Pioli ha detto anche di più <Per i miei giocatori sono il miglior allenatore che abbiano mai avuto>. Chiaro messaggio alla società e alle perplessità di Corvino che negli ultimi mesi avevamo ampiamente percepito attraverso i suoi ventriloqui nelle radio e nelle televisioni.
Eppure qualcuno ricorderà che un mese fa la dirigenza organizzò una conferenza stampa surreale con una premessa: vi diciamo delle cose, ma non ve le abbiamo mai dette. Niente virgolette. In quell’occasione fu rivelato (fra l’altro) che Pioli sarebbe stato riconfermato. Ora è chiaro: è stata solo una mossa per dare certezze alla squadra alla vigilia del periodo delicato di campionato e coppa Italia. La verità è un’altra.
A Pioli viene imputato un girone d’andata deludente, una squadra senza coraggio, scarsa capacità di fare gioco, ma soprattutto il mancato lancio e utilizzo dei molti giocatori portati da Corvino. Mi domando: ci sarà un perché? Certo che c’è. Basta leggere i nomi delle decine di giocatori non da Fiorentina arrivati a Firenze. Da Cristoforo a Zekhnini, da Diks a Dragowski, da Thereau a Eysseric a Maxi Olivera, fra l’altro tutti ancora in prestito. Per non parlare di quella decina di fantasmi transitati al centro Astori senza lasciare traccia. Pioli poteva fare meglio, ma per portare questa squadra in Europa League attraverso il campionato serviva un miracolo. Non serve invece ricordare che nella squadra base Gerson, Mirallas, Pjaca, Edimilson e adesso anche Muriel sono tutti giocatori in prestito. Si può? Anche no. L’ho detto più volte e sarò breve: la Fiorentina non insegue un progetto tecnico, si inseguono solo giocatori non pronti che (si spera) possano dare plusvalenze.
E a Pioli mi sento di rimproverare soprattutto una cosa: è stato troppo aziendalista. In qualche occasione doveva battere i pugni, non doveva consentire (ad esempio) l’addio di uno come Badelj. Questo è stato l’errore degli errori, anche contro la Lazio s’è vista una squadra senza una guida in mezzo al campo. Su chi punterà ora Corvino per la panchina?
Intanto gli allenatori sanno che il Dg vuol mettere pesantemente becco nelle questioni tecniche e non è facile portarli qui. Piace De Zerbi del Sassuolo, allenatore moderno e preparato. E’ nel mirino. Ma Corvino ha i suoi pallini, di sicuro un pensiero a Di Francesco lo rifarà. E forse anche a Giampaolo soprattutto se la Samp dovesse essere venduta e con una nuova proprietà cambiare le sue prospettive.
Comunque, se fossi Della Valle visti tre anni come questi fatti solo di amarezze e delusioni, sempre fuori dall’Europa cosa mai accaduta nei suoi 17 anni in viola, non mi limiterei solo a cambiare l’allenatore, chiederei conto a tutti e varerei un progetto di calcio più moderno. Con gli stessi soldi, anche con l’autofinanziamento, si può fare di più e di meglio. Servono idee, energie e freschezza che la Fiorentina non ha.
Ma ci aspettano mesi difficili, il futuro di Chiesa sarà il grande tormento dell’estate. E Della Valle dovrà avere bene chiaro in mente una cosa: o farà una squadra importante con i soldi in arrivo per Chiesa senza dilapidare in esperimenti, scommesse e giovani improbabili, o con l’autofinanziamento e questa situazione sarà impossibile ritornare ai livelli che competono alla Fiorentina.