LE RAGIONI DI DELLA VALLE E QUELLE DELLA MINORANZA. STA AL PATRON RICONOSCERE GLI ERRORI E RIPARTIRE DA UNA FRATTURA ARRIVATA QUANDO FIRENZE SOGNAVA
Qualsiasi rottura arriva da una frattura. Andrea Della Valle dice legittimamente che nella Fiorentina ha messo cuore e passione. Però non sempre questo fa rima con investimenti, denari, e non per questo chiunque deve essere esente da critiche. Scorda l'epicentro, che ebbe l'incolpevole nome di Yohan Benalouane, acquisto che atterrì Firenze e la fece sprofondare dal sogno in un sonno destatosi solo con fischi e contestazioni. E' vero e innegabile che l'ultima estate la dirigenza ha fatto il massimo con le risorse messe a disposizione dalla proprietà ed è altrettanto vero che da Lafont a Sportiello è un passo in avanti, che lo è da Gil Dias a Pjaca, dal centrocampo che fu a quello che è. Anche tatticamente, con la nuova filosofia di Stefano Pioli: come già sottolineato, Milan Badelj è regista unico e prezioso, ma più da possesso che da ripartenza. Manca la sua rottura, ma Jordan Veretout ha e avrà più verticalità del croato che è quella che serve per servire lunghi Simeone, Chiesa e compagnia segnante.
E' vero e innegabile. Quel che non fa Andrea Della Valle, e che gli imputa Firenze, quella minoranza che dovrebbe ascoltare, è autocritica. E' il riconoscere che quando avrebbe dovuto aggiungere le ultime fiches per coltivare un sogno, ha fatto un passo indietro. Si è allontanato poi da Firenze e dalle Marche non può vivere, respirare, sentire da vicino quello che è l'umore di una città unica nel suo genere.
Firenze vive d'amore, è ovvio che goda dei successi della sua Fiorentina. Ma vorrebbe altrettanto che il progetto non fosse un fuoco d'artificio, poi un lungo silenzio, a livello di alte sfere societarie. Vorrebbe risposte, un confronto. E' legittimo e basterebbe davvero poco, pochissimo, per ricostruire. Adesso tutto è acquietato, dice Andrea Della Valle, perché vincere aiuta a rasserenare. Ma non a dimenticare. Per questo serve chiarire. Per ricomporre le antiche fratture. E ripartire, come fatto quando contava davvero, tutti insieme, in una sola direzione.