LA MELINA DI SAN LORENZO E LA SETTIMANA CLOU DEL MERCATO: PRADE' PRONTO AD ACCELERARE. DE PAUL COL MIRINO SUL PETTO. BIRAGHI VERSO L'INTER MA NON PER DALBERT. NIENTE POLITANO PER COLPA DI DZEKO
La famosa settimana del 10 d'agosto va in archivio senza che la Fiorentina sia riuscita a chiudere un'operazione, in entrata o in uscita. Qualcuno si è subito allarmato, viste le dichiarazioni che Pradè rilasciò a inizio mercato cerchiando in rosso proprio il giorno di San Lorenzo, ma pur ritenendolo superfluo, è giusto sottolineare come questo non debba preoccupare nessuno. La settimana di Ferragosto è storicamente la meno prolifica dell'intera estate quando si parla di trattative, anche perché da bravi italiani, anche i procuratori si fermano per andare a Formentera piuttosto che in Sardegna. Certo, i contatti non si fermano mai, ma non è la settimana giusta per chiudere grandi affari. Ecco perché Pradè e Barone riprenderanno le redini delle trattative avviate da domani, probabilmente ripartendo per Milano in attesa di incontrare e di accelerare i prossimi colpi, soprattutto in entrata.
Rodrigo De Paul è il nome da sottolinare con l'evidenziatore giallo, perché è il giocatore che da settimane viene ritenuto perfetto per l'idea di gioco che vuol proporre Montella. Può giocare da centrocampista, da esterno offensivo, da trequartista, da seconda punta e da falso nove. Una duttilità mista a qualità che lo rende veramente unico per caratteristiche. Per questo Pradè si è convinto a prevedere un investimento molto ricco pur di strapparlo all'Udinese. I bianconeri fanno melina, compreso il tecnico Tudor in conferenza, ma tutti sanno che l'argentino non proseguirà la propria carriera in Friuli, con buona pace dei tifosi ma anche del suo attuale allenatore. Ecco che iìn questo senso i viola sono piazzati benissimo: tramite il procuratore hanno già un accordo di massima sull'ingaggio, mentre con Gino Pozzo, il ds gigliato ha mantenuto rapporti cordiali che quindi potranno permettergli di trattare senza tensioni inutili. Al momento pare praticamente sfumato il nome di Diego Rossi, visto che il Los Angeles FC non abbassa le pretese e che la Fiorentina ha molti altri nomi in lista. Intanto Ribery è uno dei nomi che fa sognare la piazza, che vorrebbe vedere un campione indossare la maglia viola come accaduto in passato col suo ex compagno Mario Gomez. Chi lo giudica per i 36 anni suonati, non lo ha visto giocare l'anno scorso col Bayern. Urge ripassino.
Nel frattempo Biraghi è sempre più lontano dal Franchi. L'Inter pressa con decisione e la Fiorentina non si opporrà all'addio. E' ovvio però che i viola vogliano scegliere le modalità della cessione, ed è per questo che hanno subito detto no a Dalbert, che non piace e che dovrebbe andarsene al Nizza. Pradè aprirebbe volentieri un discorso su Politano, ma con Dzeko che non arriverà all'Inter, la cessione dell'ex Sassuolo pare quasi impossibile. E allora cosa potrebbe accadere? Probabilmente i nerazzurri saranno costretti ad acquistarlo in prestito con obbligo di riscatto per una quindicina di milioni, magari anche inserendo Borja Valero, che a quel punto "gratuitamente" potrebbe tornare in viola per chiudere la carriera tagliandosi anche il suo lauto ingaggio. Vedremo. Il ds ovviamente cerca delle soluzioni utili per sostituire Biraghi a sinistra e detto che Dimarco piace ma come giovane in quel ruolo c'è già Terzic, si sta valutando l'idea di buttarsi su Laxalt. L'uruguaiano del Milan è facile da raggiungere, ma non convince del tutto sotto il piano del ruolo essendo più adatto a giocare a cinque. Montella farebbe carte false per riavere Ricardo Rodriguez, ma l'ingaggio e le offerte dalla Germania rendono l'obiettivo molto complesso.
In ogni caso le idee sono chiarissime e la settimana che viene, quella dell'inizio del campionato, vedrà la Fiorentina come la più attiva dell'intero mercato. Verranno ceduti Thereau, Dabo ed Eysseric e in entrata arriveranno almeno due giocatori. Ci sarà da divertirsi, in attesa della sfida di stasera contro il Monza, primo match con un po' di pressioni utile per misurare la febbre a una squadra che riparte sì dal 16° posto dell'anno scorso ma che, grazie all'arrivo di Commisso, punta ben più in alto.