LA FIORENTINA GIOCA BENE MA VINCE SOLO AI PUNTI
La Fiorentina gioca bene. Gran possesso palla, manovra insistita, trame intelligenti, insomma è una squadra che fa del gioco la propria forza. Ma la Fiorentina non è un peso massimo. Sembra uno di quei pugili bravi nella scherma, agili nel movimento che danza per il ring punzecchiando l’avversario. Colpisce di rimessa, infligge all’avversario dei maligni jab ma difficilmente trova il colpo fatale. Ai punti non avrebbe storia ma il knock out è spesso un’impresa.
Contro il Genoa (ma era successo anche in altre trasferte) i viola dopo essere passati in vantaggio, hanno avuto varie occasioni da rete. E’ capitato a Lajic, è capitato a Cuadrado, è capitato a Jovetic ma il secondo gol non è arrivato. Certo il centrocampo viola non molla mai. Recupera spesso la palla e riparte. Pizzarro e Borja Valero, duettano deliziosamente, provano da sinistra, provano da destra e poi cercano il passaggio filtrante. Purtroppo la Fiorentina non ha l’attaccante vincente. Toni, El Halmadoui, Lalijc fanno del loro meglio. Ma il conto resta aperto. Così per tutta la gara, fino alla fine, il gol di Pasqual è rimasto il simbolo di una supremazia limitata. Bastava una svista (come quel suicida retropassaggio di Savic), bastava un rimpallo sfavorevole, bastava una decisione infelice dell’arbitro che il vantaggio viola sarebbe svanito nella delusione.
Così Genoa-Fiorentina la si è guardata con il cuore in gola, sempre in apprensione, sempre preoccupati che l’incantesimo si potesse rompere all’improvviso, sempre con la gioia repressa in gola. Ma la vittoria di Genova ha finalmente rotto una consuetudine. Una vittoria contro i rossoblù sotto la Lanterna non capitava da trent’anni. Soprattutto la prima in trasferta. Il bilancio si è fatto migliore: 5 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte; 18 punti. Il delta tra gol fatti (12) e subiti (7) è lo stesso della Lazio, inferiore solo alla Juventus, al Napoli e all’Inter. Come dire che la posizione che la Fiorentina ha in classifica è perfettamente meritata.
Resta solo il rammarico o piuttosto la curiosità di sapere cosa sarebbe successo se il progetto di mercato si fosse completato con l’ingaggio di un attaccante a tempo pieno. Già, perché se la Juventus è la squadra più forte e probabilmente il discorso scudetto non è riapribile, a proposito delle altre piazze, compreso quelle per la Champions, il ragionamento sembra tutt’altro che proibitivo. E si sa bene che con i soldi della Champions si fa calcio in un altro modo. Galliani è terrorizzato dall’idea di non rientrare nel club delle migliori d’Europa. Speriamo in qualche colpo di coda, speriamo nel mercatino invernale. Sarebbe divertente riscoprire l’Europa che conta ma soprattutto far conto su quei milioni di euro che hanno la capacità di trasformare Cenerentola in una principessa e i Della Valle in dei mecenati.
Massimo Sandrelli. Giornalista, Rtv38.