L'EFFETTO RIBERY TRAVOLGE FIRENZE, MA NON È FINITA QUI E OGGI ARRIVA COMMISSO
Secondo la definizione più immediata, l'eccitazione è sintomo di “stimolazione acuta e persistente”. Per dirla alla Battisti è semplicemente "sintomo d'amore" e Firenze, questo sintomo, è tornata a provarlo con una forza spaventosa. In effetti da quando, il 6 giugno scorso, Rocco Commisso chiuse la trattativa per l'acquisto della Fiorentina dai Della Valle, la stragrande maggioranza dei tifosi viola si deve esser sentita stimolata più o meno ogni giorno. Ancor prima che con l'arrivo di un top-player del calibro di Ribery, il nuovo proprietario viola era immediatamente riuscito a risvegliare entusiasmi sopiti e senso d'appartenenza semplicemente riferendosi all'appeal planetario che una città come Firenze può vantare.
Di per sé un'idea semplice, persino banale nella sua immediatezza, eppure a lungo snobbata dalla precedente gestione. Se proprio non fosse possibile spingere la Fiorentina ai livelli dei più importanti club europei già affiancarne nome e marchio alla visibilità turistica della propria piazza, e della propria gente, significherebbe compiere un grande passo in avanti. Sotto questo profilo, in linea con il marketing fulmineo a stelle e strisce, la società sta correndo a mille e la rapidità con la quale sono finite nello store le maglie di Ribery lo testimonia. Al resto c'ha pensato quella passione sopita che i quasi 20 mila del Franchi ieri hanno riacceso facendo subito capire a Ribery in che razza di ambiente, o famiglia se preferite, sia capitato. In meno di tre mesi Commisso ha già scritto una pagina di storia viola, e il suo arrivo oggi in città avrà il potere di caricare ulteriormente l'ambiente in vista dell'esordio con il Napoli. Scusate se è poco.
Per completare la rosa, com'è logico che sia, serve però anche quella disponibilità economica che Commisso in primis aveva subito preannunciato. Che i soldi non fossero un problema si era capito sin dalle prime dichiarazioni, l'acquisto di Ribery conferma non solo le risorse finanziarie a disposizione ma anche le rinnovate ambizioni. Dell'apporto che può dare il francese, dentro e fuori dal campo, si è già detto e scritto molto, di sicuro un giocatore di questo calibro non si vedeva a Firenze da parecchi anni.
Il bello, però, è che si può ancora essere ottimisti sulle altre operazioni. Già, perchè uscite a parte (con Cristoforo, Dabo, Eysseric e Thereau in attesa di destinazioni) in entrata il mercato è tutt'altro che chiuso e in particolare sulle corsie esterne l'intenzione è quella di mettere a disposizione di Montella un altro attaccante esterno. Se dietro molto dipenderà dal futuro di Biraghi e Ceccherini (lo scambio con Dalbert non è ancora tramontato, ma va convinto il brasiliano, al pari degli interessi per Tonelli e Bonifazi) davanti è il brasiliano dello Sporting Lisbona Raphinha il profilo da aggiungere al novero già conosciuto dei candidati.
Di tutti sembra essere Berardi il più raggiungibile, nonostante il Sassuolo per ora non voglia cedere nemmeno di fronte a un'offerta da 30 milioni di euro, quanto a Politano solo dopo l'arrivo di Alexis Sanchez sarà possibile capire quali equilibri si creeranno nell'attacco nerazzurro. Occhio però a dare per concluso il corteggiamento a De Paul destinato a restare un pallino della società da qui alla fine delle trattative mentre su Suso la strada resta particolarmente in salita visto che Giampaolo, in casa Milan, difficilmente è pronto a privarsene. Due gare di campionato, con Ribery in gruppo già da ieri, e poco più di una settimana di mercato, a Firenze da tempo non si viveva con così tanta eccitazione la fine dell'estate. Eppure le emozioni si trasmettono anche così, eccitando un popolo intero con colpi importanti e tanta voglia di fare più calcio che non mera economia applicata al pallone.
Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it