ITALIANO, LA SUA COMFORT ZONE, E IL MERCATO
Mentre l’estate s’arroventa, la Fiorentina ha sciolto il nodo Italiano e libera la velatura per infilare di corsa la prossima stagione.
Alla fine la lunga trattativa sembra aver accontentato tutti, il tecnico ha avuto l’ingaggio raddoppiato, il club si è assicurato i servigi di un allenatore in ascesa.
C’è voluto che ognuna delle parti si prendesse i suoi tempi e ci sono volute le arti di mediazione di un sensale di lusso come Fali Ramadani, nome che mutuando l’iconica frase di Orwell ne La Fattoria degli animali fa pensare: ‘tutti i procuratori sono eguali, ma alcuni procuratori sono più eguali degli altri’.
Fatto sta che Ramadani sembra l’unico agente tollerato da Commisso e di questo c’è chi si stupisce, invece dimostra solo che la battaglia di Commisso contro i procuratori può anche venire narrata come un fatto di principio, ma che il patron viola, uomo di grande successo e ricchezza, sa bene che negli affari, un po’ di sana ipocrisia non guasta o forse dimostra che Ramadani è l’unico agente talmente intelligente ad aver capito come guadagnare senza irritare troppo il cliente che abita in viale Fanti.
Bando agli integralismi quindi, un motto che dovrebbe far proprio anche Vincenzo Italiano, allenatore molto bravo, ma un tantino rigido nelle sue convinzioni tattiche.
Adesso, per affrontare un campionato inedito con in mezzo un mondiale occorrerà aiutarlo ad essere più duttile dandogli una rosa all’altezza, ma non per forza costruita basandosi sui suoi desiderata.
Le società hanno le loro esigenze e non è detto si debba sempre e solo dar retta al tecnico nel fare gli acquisti che lo aiutino a stare nella sua ‘comfort zone’.
Ai tempi andati, i direttori sportivi amavano ripetere che: ‘la società fa mercato e poi mette la squadra a disposizione dell’allenatore'.
Probabilmente il ruolo di Italiano nelle scelte di mercato è stato oggetto di trattativa, ma è difficile dire con quale esito.
I primi colpi di mercato, che del resto non potranno tardare molto visto che la partenza per il ritiro incombe, dovrebbero chiarircelo.
Ma che sia una Fiorentina a immagine e somiglianza di Italiano o più costruita sulle esigenze, anche economiche, della società, dovrà essere una rosa capace di affrontare più competizioni, anche sulla platea internazionale, una rosa ampia e assortita, anche perché se si pretende che l’allenatore stia ‘ nel chilling ( a suo agio detto alla maniera dei giovanissimi) con diversi moduli e soluzioni tattiche, bisogna pur fornirgliene gli elementi.
E non a caso i nomi piovono come invece non piove l’acqua che lascia assetata la nostra povera Italia.
Nomi di ogni tipo e calibro, tanto si sa che il calciomercato è un mondo dove le frottole sono all’ordine del giorno, si pensi anche solo a diverse arcinote trasmissioni tv di mercato che sono ormai puro intrattenimento: panem et calciomercato, direbbe oggi Giovenale.
O tempora o mores…. Altri erano i tempi quando un giornalista di calcio come Gianni Brera scriveva una frase come questa che peraltro oggi sarebbe impubblicabile perché accusata di sessismo: 'l’Inter è squadra femmina quindi passionale, volubile e pertanto agli antipodi dei pragmatismi che caratterizzano la Juventus’.
Oggi è più facile, si butta là, quando non s’inventa, una manciata di nomi di mercato, senza neppure il bisogno siano verosimili e l’italiano è un optional (appunto)
Ma il pubblico, o la plebe, questo vuole.