"I GIOVANI SONO COME LE RONDINI, VANNO VERSO LA PRIMAVERA", DA LA PIRA AL GESTO D'AMORE DELLA FIORENTINA PER IL SUO POPOLO
"I giovani sono come le rondini, vanno verso la primavera", lo diceva Giorgio La Pira, un grande sindaco fiorentino. Fiorentino d'elezione, fiorentino di scelta, fiorentino d'amore. E la speranza è che a primavera, la prossima primavera, la Fiorentina stia dove è ora, ad una manciata di lunghezze dal sogno, dalla sfida, dalla quota felicità occupata oggi dalla grigia Juventus. Ma classifica o meno, quella che vive adesso la squadra guidata da Montella è una vera primavera di grazia: gioco, simpatia, risultati e una insperata novella apertura verso la città tutta, verso i suoi tifosi e i mezzi di informazione.
La Fiorentina ha bandito le paure da accerchiamento, le strane sindromi di persecuzione, e s'è aperta, nuda e bella, agli occhi del suo pubblico amante e dei cronisti che null'altro chiedono che di raccontare la storia di un miracolo sportivo. Il miracolo di una squadra reduce da un biennio grigio di malagestione (altro che scuse! E' che bisognava averli gli attributi per raccontare ciò che gli occhi vedevano, ma la bocca dei vili non aveva il coraggio di descrivere!), rivoltata come un calzino e rilanciata negli spazi siderali del suo calcio godibile e vincente.
La Fiorentina ha cambiato registro. La società viola ha mutato radicalmente direzione. Dalla dismissione conclamata, ancorché taciuta, si è passati - proprio nello mezzo dell'estate come certificano le cronache - alla stagione del rilancio. Al nuovo impegno della famiglia Della Valle, all'immissione di nuovi e freschi capitali nelle casse, in una parola alla "Primavera Sportiva" che vive la Fiorentina di questo campionato.
Non solo. La società sembra condotta secondo criteri di rinnovata disponibilità, merito certo di Daniele Pradè, Edoardo Macià e Vincenzo Montella, insomma dei nuovi arrivi in organigramma. Ma anche, lo diciamo da non sospettabili di soverchie simpatie o vicinanze nei confronti di chi già c'era, dei dirigenti storici che forse hanno tratto qualche spunto di riflessione (oltre alla stizza) dalle critiche ricevute. La Fiorentina si è aperta. La Fiorentina non è più la società arroccata, vittimista, permalosa, che fu in tempi passati. Certo, resta qualche dispettuccio vigliacchetto, ma è roba da cortile di retrobottega, roba da sguatteri invidiosi della mensa del padrone. Miserie che non sporcano, anzi manco discutono, l'ottima immagine che adesso dà di sè la Fiorentina.
Gli stessi fratelli Della Valle hanno, nei confronti di Firenze, un'immagine rinnovata, parole diverse, di unione e non di divisione. E' tutto deflagrato da una scintilla, quella della ritrovata sintonia tra amministrazione comunale e proprietà gigliata. Una riscoperta unione di intenti che entro dicembre dovrebbe portare al varo ufficiale del grande progetto Mercafir: stadio, piccola cittadella commerciale e (forse) nuovo centro sportivo nell'area dell'ex ippodromo delle Cascine. Un favore dei Della Valle a Firenze. Un favore di Firenze ai Della Valle. Un favore dei Della Valle e di Firenze alla Fiorentina.
La Fiorentina versione 2012, oltre ad essere una squadra che impartisce lezioni di gioco, ammalia i suoi tifosi e scala posizioni su posizioni in classifica, è una società simpatica, aperta e disponibile nei confronti di stampa e tifoseria - ultimo ma non ultimo l'incontro tra Acf e non tesserati avvenuto la scorsa settimana al Palagio di Parte Guelfa - una società che concede interviste e contributi agli organi di stampa. Una società che si autopromuove attraverso intelligenti operazioni di marketing come l'iniziativa di portare allo stadio le scuole calcio o la politica di sconti su abbonamenti e biglietti.
Dai tempi foschi della violenza verbale di Miahjilovic e della pochezza del gioco della squadra, dai tempi dei cazzotti di Rossi, dell'indifferenza dei proprietari, delle tensioni, delle polemiche e degli spalti deserti, delle parole stolte e in libertà, sembra passato un secolo. Sono invece pochi mesi, come a dimostrare che nel pallone - materia d'aria che accende il fuoco della passione - non servono solo i quattrini, ma, come nell'amore, uno sguardo e una carezza. Una parolina dolce e un gesto d'attenzione. Qualcuno ci ha messo un po' a capirlo, ma è sempre meglio tardi che mai.
Stefano Prizio
giornalista di Radio Toscana e Squer.it