FIRENZE E LA FIORENTINA UN BRAND CHE PIACE, QUAL È IL PROBLEMA? LA VERA SFIDA È SAPERSI ATTREZZARE DI FRONTE ALLE SFIDE DEL PRESENTE, E RESTITUIRE APPEAL AI PROGRAMMI SPORTIVI

19.11.2021 10:08 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
 FIRENZE E LA FIORENTINA UN BRAND CHE PIACE, QUAL È IL PROBLEMA? LA VERA SFIDA È SAPERSI ATTREZZARE DI FRONTE ALLE SFIDE DEL PRESENTE, E RESTITUIRE APPEAL AI PROGRAMMI SPORTIVI
FirenzeViola.it

Un fulmine a ciel sereno, l’indiscrezione riportata ieri da Alfredo Pedullà sull’interesse del fondo saudita PIF nei confronti della Fiorentina, ma pur sempre un’ulteriore conferma a quell’intima sensazione che ogni amante della Fiorentina (e di Firenze) di tanto in tanto sente. Quel privatissimo orgoglio di appartenere a una comunità, a un sentire comune che parte dal passato. Radici da rivendicare a testa alta, una differenza che si percepisce innata rispetto agli altri, probabilmente in modo presuntuoso ma legato a doppio filo al territorio. Ecco, se questa è una delle prime caratteristiche di chi ritiene che la Fiorentina faccia storia a sé allora nemmeno l’interesse di uno dei fondi più ricchi del pianeta deve stupire. Almeno non se aggiunta all’immagine della città che fa da sfondo alla squadra.

Perchè poi che Firenze sia una città più belle del mondo non è discussione, che la Fiorentina possa aggiungere al legame indissolubile con la sua gente storia e tradizione pure, dunque perchè non dovrebbe rappresentare un’opportunità interessante anche in termini di investimenti? Tanto più se l’attuale proprietà fa in modo che i bilanci siano in salute e le prospettive strutturali comunque di crescita visto l’arrivo di un centro sportivo tra i più belli d’Europa. Al di là di cosa realmente potrebbe seguire le voci in questione, e soprattutto di come potrebbe rispondere Commisso a fronte di passi ufficiali, c’è di che inorgoglirsi.

Più curioso, semmai, sarebbe interrogarsi sul perché molti già sognino l’avvento di una nuova proprietà, magari ricchissima e pronta a rovesciare milioni di euro sul mercato, a fronte di un terzo anno di gestione Commisso in cui la vicenda Vlahovic ha segnato un nuovo momento di crisi. Ma anche questo fa parte di un calcio sempre più frenetico, i cui tempi si restringono sui contratti dei calciatori e dove i rinnovi diventano montagne da scalare anche in termini di commissioni ai procuratori. Infondo lo stesso Milan in arrivo domani al Franchi ha saputo divincolarsi, e lo sta tutt’ora facendo, in mezzo a parecchi rinnovi saltati.

Per questo la Fiorentina ha il dovere di saper rispondere al mondo in cui opera, e anche per questo c’è da augurarsi che dalla vicenda Vlahovic in poi si possa programmare di più e meglio. Che sia per poter mettere sul tavolo delle discussioni (con calciatori e agenti) programmi concreti, convincenti e di crescita, o per attrarre profili che dall’Italia e dall’estero decidano di scegliere il viola non solo per l’opportunità di allenarsi al Viola Park.

Certo, il peso di quella tradizione che oggi sembra attirare persino gli sceicchi rischia di diventare zavorra pesante per un club che da anni insegue il ritorno a quote più stimolanti della classifica, almeno cinque contando anche la precedente proprietà, e forse anche per questo a qualcuno sarà scappato un sorriso di fronte all’eventualità del ricco fondo che rovescerebbe milioni sul mercato, ma il presente oggi racconta ben altro.

La stessa Fiorentina che a gennaio dovrà per forza intervenire in attacco già registra le prime difficoltà a fronte di quei prestiti che sempre meno risultano ben accetti, e c’è da augurarsi che qualsiasi strada si decida di percorrere sia condivisa in primis da Italiano. Anche così si spiega qualche rallentamento degli ultimi tempi come nel caso di Borja Mayoral o le riflessioni di fronte a investimenti più pesanti come sarebbero quelli per Berardi o Alvarez.

Di certo Italiano e i suoi riprendono il cammino osservando con fiducia il calendario, soprattutto le sei sfide che seguiranno il Milan, ma anche con un filo di preoccupazione alla gara di domani. Senza Milenkovic, Quarta e Nastasic il tecnico dovrà inventarsi una coppia di centrali che possa limitare l’attacco rossonero, non esattamente uno scherzo, mentre Nico Gonzalez sarà comunque al rientro dopo quasi tre settimane di positività al Covid-19. Non il massimo per una squadra che ha sì dimostrato di potersela giocare con tutte ma che necessita assolutamente di ritocchi.

Alla società il compito di farsi trovare pronta fin dai primi giorni di gennaio per metterli a disposizione, al tecnico quello di renderli ancora più funzionali per vivere già questa annata come una ripartenza importante. Senza rinviare ancora un ritorno europeo o star troppo dietro alle fantasie dello sceicco che sceglie Firenze per vestire di viola i più forti campioni in circolazione.