EUROPA PIÙ VICINA: SETTE PARTITE VERE. UN DERBY DECISIVO PER TUTTI… BRAVO BABA: UN GOL OGNI 155 MINUTI. E POI IL RETROSCENA CON VIVIANO… SOUSA-SQUADRA: UN FORTINO. PER LA SOCIETÀ INVECE UN ALTRO MISSILE

10.04.2017 00:00 di  Mario Tenerani   vedi letture
EUROPA PIÙ VICINA: SETTE PARTITE VERE. UN DERBY DECISIVO PER TUTTI… BRAVO BABA: UN GOL OGNI 155 MINUTI. E POI IL RETROSCENA CON VIVIANO… SOUSA-SQUADRA: UN FORTINO. PER LA SOCIETÀ INVECE UN ALTRO MISSILE

Dopo due gol, altrettanti pali, un secondo tempo giocato con un furore agonistico non sempre presente a questa latitudine, la Fiorentina avrebbe meritato il successo. Anche se la Samp ha fabbricato una mezz’ora di grande spessore e la sua gara, sostenuta su ritmi incessanti, è stata più che apprezzabile. Giampaolo ha i tratti del grande allenatore perché sa plasmare la squadra, in campo si vede la semina dei suoi concetti di calcio. Certo, la cifra tecnica è quella di un gruppo normale che fa più di quanto sia nelle proprie disponibilità. In questo si scorge la capacità di chi la guida. 

I blucerchiati hanno spinto troppo sul gas e alla lunga la qualità della Fiorentina e anche l’organizzazione di Sousa sono emerse. Unico appunto che possiamo muovere al portoghese è l’esclusione di Saponara: non si tratta di processare Ilicic che forse risente anche della certezza che a fine anno farà le valigie, il fatto è un altro. L’ex empolese ha un calcio geometrico nella testa: l’assist per il pareggio di Babacar è stato un pezzo di bravura e di precisione in mezzo a molte gambe. Ha un pensiero veloce nell’esecuzione. Uno così non può stare più fuori. 

Il pari non ha aiutato tanto la Fiorentina, ma il tonfo dell’Inter oltre a dimostrare che i nerazzurri sono in crisi, ha proiettato i viola a 3 punti dalla formazione di Pioli e 5 dal Milan. Nel sabato di Pasqua a Milano ci sarà il derby mentre la Fiorentina affronterà i cugini dell’Empoli. Potrebbe diventare uno snodo decisivo per la lotta al sesto posto, zona europea adesso più alla portata dei viola. Un mese il film era tutt’altro. Il derby di Firenze, una roba sbiadita rispetto alla vera stracittadina di Milano, diventa però decisivo per tutti i protagonisti: l’Empoli si è inguaiato con le proprie mani facendosi risucchiare sul fondo, in un campionato che sembrava già deciso per le tre retrocessioni. E la Fiorentina deve vincere per presentarsi tonica davanti all’Inter una settimana dopo al Franchi. Altro che uovo…l’incontro di Firenze sabato prossimo diventerà un ring sul quale chi andrà ko lascerà le speranze per l’obiettivo che avrebbe dovuto raggiungere. 

Genova ha raccontato di un altro gol di Babacar: la settimana scorsa avevamo sottolineato come il rapporto tra gol e prestazioni del senegalese, dal 2010 ad oggi, fosse assolutamente buono. E’ ancora migliorato: nella sua storia viola Baba ha giocato 103 partire in tutte le competizioni, mettendo insieme però solo 4.808 minuti… I suoi 31 gol complessivi raccontano di una rete ogni 155 minuti… In pratica lui segna ogni gara e mezzo. Non male, vero?

Ribadiamo il concetto: pensierino di saggezza prima di vendere uno così. Al 49’ Babacar ha avuto la palla giusta per passare sul 2-3 e regalare un trionfo che avrebbe fatto benissimo alla Fiorentina. L’ultrà viola Viviano, allungandosi (a rischio strappo…) in modo prodigioso, con la punta del piede ha respinto. La partita è finirà lì: il portiere della Samp e Babacar hanno parlato prima di abbacciarsi. Che si sono detti? Il retroscena è svelato: Viviano ha chiesto al centravanti viola se in occasione del pareggio volesse cercare con il piatto destro, la soluzione liftata all’incrocio, quando invece era saltato fuori un pallonetto che aveva tratto inganno il numero uno della Samp, colpevolmente  fuori dai pali. Siccome Babacar non è solo un un bomber, ma pure un ragazzo bravissimo, ha confermato: voleva tirare in altro modo, ma è nato quel gol pesante. Il calcio è anche questo. 

La partita di Genova ha dimostrato una volta di più quanto Sousa e la squadra siano un blocco unico: i viola non hanno mai mollato, anzi, hanno aumentato in corso d’opera l’intensità. E al pareggio si sono lanciati tutti su Babacar, compreso Sousa, che è entrato in campo. Il portoghese ha scherzato dicendo che siccome a Genova le panchine sono a ridosso del fallo laterale…per lui è stato più semplice… Non è così: la Fiorentina è unita per cercare di realizzare un’impresa, guadagnare il sesto posto. 

Se il rapporto Sousa-gruppo è idilliaco, non si può dire altrettanto di quello con la società. La risposta seccata del tecnico lusitano, a una domanda normale, “la squadra non è la mia, io l’alleno…”, è apparsa come l’ennesimo missile sparato contro la società. Le ruggini di un anno fa, il mercato di gennaio 2016 che fece infuriare Sousa, si sono trasformate in incrostazioni a prova di acido. Sousa con questa risposta ha fatto capire come la Fiorentina messagli a disposizione non sia quella che lui avrebbe sognato, anche se l’impegno a farla migliore non manca mai. La dirigenza non ha replicato e anche questo è un elemento curioso… Mancano 7 partite alla fine e tutte vere. In queste condizioni assumono i tratti di un calvario, ma se la Fiorentina continua a dare risposte così, va benissimo. In attesa, alla fine di maggio, della resa dei conti. Quando i missili forse saranno una batteria…