LUPOLI, Viola di delusione e di rabbia
Era arrivato a Firenze pieno d’entusiasmo, Arturo Lupoli, reduce da un biennio molto promettente nell’Arsenal e da una stagione entusiasmante in prestito nel Derby County, trascinato a suon di gol (7 in 35 gare) dal Championship fino in Premiership. Queste prestazioni gli avevano regalato la convocazione per la Under 21 di Gigi Casiraghi e Gianfranco Zola. Giusto un anno fa quella vecchia volpe di Pantaleo Corvino fiutò l’affare: Lupoli in scadenza di contratto coi Gunners era un colpo troppo prelibato per lasciarselo sfuggire e dunque la Fiorentina riuscì a battere sul tempo la concorrenza di altri club prestigiosi. Lupoli finì così sulle rive dell’Arno con la prospettiva d’essere arrivato alla stagione della svolta. Svolta che, ahilui, non c’è stata, almeno finora: Wonder Arthur, infatti, è stato impiegato solamente per 45’ (e non da titolare) nella sfida pareggiata dai viola al Del Duca contro l’Ascoli in Coppa Italia dell’11 dicembre scorso. Poco, troppo poco per un ragazzo di 20 anni: «Quando ho scelto la Fiorentina - spiega Lupoli - l’ho fatto perché mi era stato promesso che mi sarebbero state concesse le mie chances per poter giocare. M’era stato detto che sarebbe stata dura, dura ma non impossibile. Prandelli mi prese da parte e mi spiegò che dopo 3-4 mesi di duro lavoro sarei stato inserito pian piano nel gruppo. E invece nulla. La prima mazzata l’ho avuta con l’esclusione dalla lista per la Coppa Uefa: siamo sinceri, a parte il Villarreal e forse l’AEK Atene le altre due squadre erano davvero imbarazzanti. Mi spiego meglio: con Mlada Boleslav ed Elfsborg avrei potuto dire la mia, giocare e provare a convincere il mister delle mie qualità, riuscendo, magari a guadagnarmi qualche spazio anche in Serie A. Invece m’hanno tolto anche quel sogno. Allora mi son messo a pensare: “tranquillo, Arturo. Almeno in Coppa Italia giocherai”.
Invece ad Ascoli non sono nemmeno partito titolare. Prandelli con me è enigmatico: dice che mi vede, ma in proiezione futura. Non mi dà mai un segnale ben preciso: è difficile interpretare ciò che pensa. Per questo, dopo essere stato zitto tanti mesi, pensando solo al lavoro, adesso credo sia il momento di parlare. Dicevano che avrei avuto 4-5 mesi di rodaggio e che poi sarebbe arrivato il mio momento. Adesso siamo arrivati quasi a gennaio, è quasi giunto il momento dei prestiti. Per questo dico ai dirigenti e al mister: io voglio giocare. Io devo giocare, è fondamentale che lo faccia, è necessario per un giovane di 20 anni. Perché, se la situazione di stallo continuasse le cose non potrebbero che peggiorare: nell’ultimo mese ho perso la Under 21 proprio perché non ho mai giocato». Il disagio è lampante, così come il fatto che un giocatore del genere in prestito a gennaio può far gola a molte, moltissime squadre, italiane e non. I rumours di mercato dicono che abbiano già sondato il terreno per ottenere in prestito Wonder Arthur: Derby County in Inghilterra, Parma, Atalanta, Cagliari e Napoli in Serie A, Modena e Piacenza in Serie B. Chiaro che il giocatore preferirebbe rimanere in Patria e nella massima serie, ma il suo obiettivo sarebbe giocare il più possibile: solo così Wonder Arthur avrebbe la possibilità di tornare ad essere competitivo anche in prospettiva azzurrina. Ora toccherà ai Della Valle, a Corvino e a Prandelli: sarà difficile che restino insensibili di fronte a un giovane campione che soffre.