AMAURI, LA STORIA VIOLA TI OSSERVA...
Porterà la maglia numero 11, ma in realtà è un numero 9. Parliamo di Amauri Carvalho de Oliveira, un centravanti vero e proprio (al netto dei moduli di Delio Rossi) come lo sono stati Batistuta, Riganò, Toni, Pazzini, Gilardino... e ci fermiamo agli ultimi venti anni di storia viola. Anche perchè solo in pochi ricorderanno Pedro Petrone, il primo bomber della Fiorentina (anni '30), Forse qualcuno in più avrà visto Galassi (53 gol in tre stagioni, tra il 1947 ed il '50). E poi "Pecos Bill" Virgili, centravanti del primo scudetto, Kurt Hamrin (151 gol in maglia viola, un mito vivente), Milani ed Orlando capocannonieri nel '62 e nel '65, Maraschi (con lui il secondo tricolore nel '69), Clerici, Baggio (che non era un centravanti, ma in quanto a gol...) fino alla sublimazione del "Re Leone", recordman storico della Fiorentina con 152 reti in serie A. Oggi tocca all'italo-brasiliano raccogliere quest'eredità, pesante, quasi ingombrante, certamente affascinante. Prenderà il numero 11 abbiamo detto, il numero di Gilardino che, volente o nolente, ha fatto anch'esso la storia: per lui 48 centri in campionato, 9 in Champions League e la griffe prestigiosa sull'impresa di Liverpool. Con il gila (non lo abbiamo menzionato prima perchè di mestiere non era proprio un centravanti) faceva coppia un certo Adrian Mutu, seconda punta ma realizzatore di prim'ordine: per il romeno 54 reti nella massima serie ed 11 gol in Europa col giglio sul petto. Prima della "coppia più bella del mondo" c'era stato Luca Toni (una stagione pazzesca la sua, quella del 2006, con il titolo di capocannoniere, scarpa d'oro e la corona mondiale con la nazionale di Lippi), preceduto a sua volta da Christian Riganò. Il bomber di Lipari è tra tutti il nome forse meno prestigioso, quello dal pedegree più proletario, ma come piace dire a noi..."se siamo quì lo dobbiamo anche a lui". Mattatore in C2 (30 gol, una superiorità fisico-tecnica imbarazzante), devastante in B (24 centri all'esordio nella serie cadetta) fino alla conferma in serie A sempre con la Fiorentina (4 gol in 18 presenze) ma sopratutto col Messina, dove nel 2006-2007 mise insieme 19 reti risultando il terzo marcatore della serie A.
Questo per dire che Amauri entra nel solco di una grande tradizione, che non è solo quella dei centravanti ma di tutti i brasiliani che hanno vestito la maglia viola: da Julinho ad Amarildo, e poi Dunga, Edmundo, Socrates... Sarà la punta di diamante di una attacco che è da sempre il punto di forza della Fiorentina, storicamente terra di grandi portieri e numeri 10, allo stesso tempo impreziosita da grandissimi centravanti che hanno saputo coniugare alla classe individuale, forza, potenza, e senso di appartenenza. Proprio a questo proposito permetteteci una piccola chiosa: la querelle sul ritardato arrivo del brasiliano non ci è piaciuta per niente. Usando una provocazione giornalistica ci verrebbe da titolare: "Amauri, partenza falsa", ma tant'è... Non sta a noi giudicare l'opportunità o meno di assistere la moglie in prossimità del parto (non ancora avvenuto tra l'altro!) però ci chiediamo: perchè oggi Amauri può firmare e la settimana scorsa no? Cos'è cambiato rispetto a cinque giorni fa? E poi si pretende che i tifosi non pensino alla storia del Milan e delle sirene rossonere? Anche questo rientra in un solco ben delineato, quello di una società (la Fiorentina) con lacune organizzative evidenti, e di un calcio che calpesta a suo piacimento i valori sportivi e morali. Comunque da oggi Amauri è il nuovo centravanti della Fiorentina e per questo avrà tutto il nostro appoggio ed il nostro sostegno. Tutto il resto (come cantava qualcuno) è noia.