FRANCHI, Dalla soluzione ibrida alla bocciatura per il PD
Sulle pagine del Corriere Fiorentino il direttore Roberto De Ponti analizza la situazione che si è venuta a creare tra l'Amministrazione comunale fiorentina e il club viola sul tema stadio. Perché era scontato che il Franchi diventasse un argomento di dibattito elettorale in vista delle elezioni del 2024, ma non lo era il fatto che la Fiorentina scendesse in campo in modo così netto e duro. Per bocca del DG Joe Barone, i viola infatti bocciano il PD per il progresso della città. Ripercorrendo la vicenda stadio prima Commisso si è scontrato con le leggi italiane riguardo ai monumenti storici per il Franchi, poi ha preso spazio l'idea Campi.
Qui però la società viola non ha acquistato nessun terreno e questo doveva essere il primo passo per la costruzione del nuovo impianto privato. Poi sono arrivati i fondi del Pnrr con la Fiorentina che inizialmente aveva accettato l'idea di tornare a giocare nello stadio di Campo di Marte nella stagione 2026-2027. Anzi addirittura il club viola comunicò a Palazzo Vecchio, circa un anno fa: "Il nostro orientamento è per una soluzione “ibrida”, così sintetizzata: totale utilizzo dello stadio per la stagione 2023-24, non utilizzo per le stagioni 2024-25 e 2025-26, impianto a disposizione nel 2026-27, stagione del centenario viola". Il sindaco di Firenze però in tutto questo che colpe ha?